Tutte le criticità della sessione invernale di mercato in Serie A (e non solo)

Non solo in Serie A, a gennaio si spende poco in tutta Europa.

US Salernitana v Juventus - Serie A TIM
US Salernitana v Juventus - Serie A TIM / Francesco Pecoraro/GettyImages
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Manca una settimana allo stop ufficiale della sessione di calciomercato invernale. Per le squadre di Serie A ci sarà tempo fino alle 20 del 1° febbraio 2024 per chiudere trattative in entrata e rinforzare la rosa in vista della seconda parte di stagione. Del girone di ritorno del massimo campionato italiano si sono consumate già due gare e, mentre i club fanno i conti su quando torneranno i vari protagonisti della Coppa d'Africa, molti hanno già apertamente dichiarato che il proprio mercato in entrata è concluso. Ma concluso come?

In linea generale, per quanto concerne le big del nostro campionato, concluso con uno o massimo due colpi low cost o in prestito, in quelle zone di campo in cui le necessità hanno imposto un nuovo arrivo. Ci stiamo limitando alla Serie A, ma è un discorso che abbraccia anche tutti gli altri campionati europei. Alla data di oggi soltanto la Ligue 1 ha sforato il tetto dei 100 milioni di euro investiti, a fronte della metà delle entrate.

Tutti avrebbero bisogno di un qualche ritocco, ma tra chi preferisce non smuovere troppo gli equilibri all'interno dello spogliatoio e chi invece è impossibilitato a imbarcarsi in investimenti importanti, la sessione di gennaio risulta essere poco più che una finestra di prestiti e scambi. L'operazione più onerosa portata a termine in Italia è quella di Cyril Ngonge dal Verona al Napoli (18 milioni di euro), seguita da Isak Hien dal Verona all'Atalanta (8.5 milioni) e di Tajon Buchanan dal Club Brugge all'Inter (7 milioni).

Se estendiamo questo discorso ai principali campionati europei, sul podio troveremo Vitor Roque, un acquisto in prospettiva programmato da diverso tempo, dall'Athletico Paranaense al Barcellona per 40 milioni di euro, Radu Dragusin, dal Genoa al Tottenham per 25, ed Eljif Elmas, dal Napoli al Lipsia per 24 milioni.

Insomma, d'inverno si spende poco in tutta Europa, si preferisce attendere la fine anche di stagioni abbastanza negative, per poi riprogrammare in estate. I motivi sono svariati. Questa tendenza porta le squadre a blindare i propri calciatori, overprezzando coloro che sono desiderati e quindi scoraggiando i club interessati all'acquisto. Sblocca inoltre diverse soluzioni che nella sessione che va da luglio a settembre non sembrano percorribili. L'ipotesi prestito secco (comunemente di 6 mesi) è tra le più gettonate dalle varie dirigenze, e agli occhi di tutti può portare vantaggi a breve termine per entrambi i club.

Il luogo comune dell'immobilismo invernale è in questo caso abbastanza vero. In Italia, considerando la Serie A, le squadre più attive sono state finora Verona e Napoli, ma per ragioni (e in modalità) diametralmente opposte.

La squadra scaligera ha ceduto pedine cruciali del suo undici, incassando circa 40 milioni di euro, e rimpiazzandole (finora) con un paio di giocatori provenienti dall'Eredivisie (Noslin e Tavsan). Sono partiti Faraoni (Fiorentina), Ngonge (Napoli), Terracciano (Milan), Doig (Sassuolo) e Hien (Atalanta). La situazione di classifica è complicata, il lavoro di Baroni arduo e il rapporto con la tifoseria si è incrinato. Le ultime notizie parlano anche di un possibile addio di Milan Djuric in direzione Monza.

Discorso diverso per il Napoli che aveva invece in programma una scossa promessa dal presidente De Laurentiis a dicembre. La squadra partenopea è in crisi dopo aver ampiamente disatteso gli obiettivi di inizio stagione, ha cambiato guida tecnica e tra le big si è dimostrata la più attiva con tre colpi e una cessione. Come visto sopra, ha salutato Elmas, mentre sono sbarcati Cyril Ngonge, Hamed Junior Traoré e Pasquale Mazzocchi.

Dunque, a meno di scenari gravi e particolari, che impongono alle società di reagire prontamente, a gennaio nessuno ha interesse ad effettuare colpi onerosi in entrata. E per situazioni gravi non si intende la problematica infortuni difensivi che ha avvolto Milan e Roma (società che hanno risposto con un colpo in prestito, Huijsen, e un ritorno dal prestito, Gabbia). Il mercato invernale ha perso interesse per gli appassionati e sembra essere poco proficuo anche per i grandi club. Assisteremo nel prossimo futuro a un'evoluzione della sua struttura?