"Truffa" Suarez, la difesa juventina: viaggio e test non organizzati dal club

Luis Suarez
Luis Suarez / LLUIS GENE/Getty Images
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Ieri è esploso il clamoroso caso Luis Suarez. L'attaccante del Barcellona, infatti, avrebbe ottenuto la cittadinanza italiana con l'esame di italiano all'Università di Perugia mediante una truffa. Un vero e proprio caos che lascerà strascichi.

Ma per comprendere cosa sia successo serve ricostruire la vicenda dall'inizio: è noto il corteggiamento della Juve al Pistolero, fatto fuori dal nuovo corso Koeman al Barcellona. Il club bianconero, però, ha appreso dagli agenti come Suarez non avesse ancora completato l'iter per il passaporto italiano: dopo l'accelerata si arriva così all'ultimo step da superare per ottenere la cittadinanza. L'esame di italiano con timbro B1. Un legale, si pensa su mandato del club bianconero, chiede informazioni all'Università di Perugia (una delle tre sedi che garantisce date precedenti all'ambasciata italiana a Madrid e al consolato a Barcellona). Bisogna chiudere prima dell'ultimo giorno di mercato, il 5 ottobre.

E dal Corriere della Sera arrivano gli spifferi dagli ambienti Juve, secondo cui il club sostiene di non aver organizzato nulla: dall'esame fino al viaggio di Suarez a Perugia. Ad ogni modo il 15 settembre il club bianconero si defila alla luce dei segnali negativi sull'iter. L'attaccante però si presenta due giorni dopo per sostenere l'esame, e il resto è "storia" di ieri. C'è già l'indagine penale, probabilmente arriverà anche quella della giustizia sportiva, ma la Juve è tranquilla.


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