Tracollo Barcellona: ennesimo schiaffo in Champions. Cosa non funziona?

Messi, testa bassa e stadio vuoto: chiaro emblema del momento che sta vivendo il Barcellona
Messi, testa bassa e stadio vuoto: chiaro emblema del momento che sta vivendo il Barcellona / David Ramos/Getty Images
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La pesantissima sconfitta di ieri sera in casa per mano del PSG ha sancito, in maniera ufficiosa, l'ennesima eliminazione precoce del Barcellona dalla massima competizione europea. C'è un precedente, quello dell'edizione 2017, che può essere di buon auspicio per i blaugrana: altri tempi, però, e altre squadre. Messi e compagni non raggiungono almeno le semifinali dall'edizione 2015, quando collezionarono il secondo Triplete della loro storia con Luis Enrique in panchina. Dalla stagione successiva, mai oltre i quarti, e le successive eliminazioni sono state a dir poco sorprendenti e clamorose, considerando i 180'. Juventus, Roma, Liverpool e Bayern Monaco: 3-0, 3-0, 4-0, 8-2. 18 gol subiti nelle 4 partite che hanno sancito l'uscita del Barcellona dalla Champions League nelle ultime altrettante edizioni.

Eppure, mai come quest'anno, guardando le partite, si ha la sensazione che ci si trovi di fronte a una squadra senz'anima, mordente, cattiveria, voglia e ambizione. Potenzialmente sono 8 i punti di distacco dalla vetta della Liga (se l'Atletico dovesse vincere il recupero), eliminazione dalla Copa del Rey per mano del Siviglia ai quarti, a cui si aggiunge la debacle nella notte del Camp Nou. Il rischio di concludere la stagione con zero titoli in bacheca è più che mai concreto.

La svolta deve partire dai leader, come Busquets e Pique
La svolta deve partire dai leader, come Busquets e Pique / Quality Sport Images/Getty Images

La rivoluzione attuata da Koeman non ha finora sortito gli effetti sperati: la squadra soffre maledettamente l'assenza di una punta centrale. La cessione di Suarez, per altro capocannoniere del campionato attualmente, non è stata rimpiazzata. L'apporto dei leader, soprattutto dal punto di vista mentale, è minimo: l'atteggiamento di Messi, Busquets e Pique, giusto per citarne alcuni, quando le cose non girano, non è atto a voler dare una svolta. O almeno, questo è ciò che si percepisce dall'esterno. In questo modo, è difficile che la situazione possa cambiare: è quasi utopico pensare che siano i giovani, seppur bravi, a tirare fuori la squadra da questa crisi. E' chiaro, però, che il malessere di Messi è evidente da qualche mese a questa parte: non deve essere un'attenuante ma è un aspetto rilevante, considerata la sua importanza all'interno dello spogliatoio.

Stagione fin qui deludente per il bosniaco
Stagione fin qui deludente per il bosniaco / Quality Sport Images/Getty Images

Questo sembra essere il problema principale: la motivazione dei leader, forse svuotati dai tanti successi degli anni passati, forse alla ricerca di una nuova esperienza. Inoltre, la gestione delle risorse da parte dell'allenatore non è stata impeccabile: oltre ai calciatori già citati, ce ne sono altri che mostrano, neanche così implicitamente, la loro insoddisfazione. Pjanic su tutti: l'importante investimento fatto dalla società in estate non ha certamente reso per quanto si aspettasse e, senz'altro, è da considerare tra le tante delusioni di questa stagione.

Infine, un capitolo a parte per le amnesie difensive. Ieri sera gli errori, tanto di reparto quanto individuali sono stati evidenti: in una competizione come la Champions, dove tra l'altro le marcature in trasferta hanno una valenza ancora maggiore, non si possono tollerare. Tanto evidenti quanto banali, come l'allineamento sbagliato della difesa sul secondo gol, la leggerezza nel marcare e sentire gli uomini in area che ha causato le altre tre reti. Indubbiamente, c'è tanto lavoro da fare, a partire dai vertici societari. Sono prossime le elezioni del nuovo presidente, che sostituirà Bartomeu: vedremo se il nuovo corso porterà una rinnovata fiducia e speranza in un ambiente depresso per le ultime stagioni nettamente al di sotto delle aspettative. Sembra passata un'eternità dal Barcellona vincente, dominante e scintillante di Guardiola e Luis Enrique.


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