Totti spiega l'addio la Roma e apre al ritorno: "Vi dico cosa farei se Friedkin mi chiamasse"

Francesco Totti
Francesco Totti / MB Media/Getty Images
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"Non si può nemmeno fare un paragone tra la Serie A del 2000 e quella di adesso. A Brescia, Bologna, ovunque c'erano 3-4 giocatori di livello. E' brutto dirlo, ma è la realtà: il calcio di oggi si basa tutto sulla forza, non sulla tecnica". È uno dei concetti espressi da Francesco Totti durante l'intervento sulla 'Bobo TV' nella diretta sul canale Twitch di Christian Vieri.

Francesco Totti
Francesco Totti / Giampiero Sposito/Getty Images

L'ex capitano giallorosso ha parlato ovviamente anche della Roma e del suo addio alla Lupa: "Nemmeno io mi sarei immaginato una mossa del genere, mi sarei visto per sempre dentro la Roma ma poi ci sono state conseguenze inaspettate, come se mi avessero messo al muro per farmi prendere una decisione che non avrei mai preso. Spero sia stata la scelta migliore, ora la vittoria più bella sarebbe crescere talenti. Se Friedkin chiamasse? Sinceramente non è ancora successo. Se succedesse, mi metterei seduto e ne parlerei. Voglio portare a termine questo percorso, non sarei coerente con me stesso. Se un giorno mi dovessi stancare...certo, dire di no alla Roma per me è stato un colpo ernome. Mi sarei ammazzato pur di andare via. Il tifo resterà sempre, mi incazzo e spero possa arrivare il più in alto possibile. Voglio portare alla Roma giocatori di qualità. A Trigoria non entro, porto Cristian e resto sul piazzale. I magazzinieri escono a salutarmi. Se fossi rimasto dentro la società mi sarebbe piaciuto fare il direttore tecnico. Non avere il potere su tutto, ma sui giocatori. Avrei potuto dare più di qualche dirigente, con tutto rispetto. In quel contesto ero l'ultimo degli ultimi. Non venivo mai coinvolto nelle scelte".  

Chiosa sull'attuale Roma di Paulo Fonseca: "Sono tutti stranieri, la proprietà, il gm e l’allenatore. Serve uno che conosca l’ambiente, questo è quello che manca alla Roma. Se un giorno avessi un club chiamerei tutti gli ex calciatori, chi meglio di loro può gestore una squadra? Per esempio, Rui Costa ha un ruolo importantissimo al Benfica, me lo ha detto Tiago (Pinto, ndc), che faceva il secondo. Nelle società dove ci sono personaggi che capiscono meno di calcio, questi vogliono fare le prime donne. Io suggerivo giocatori per il bene della Roma, non volevo neanche che uscisse il mio nome. Dicevo “dì che l’hai preso tu, non mi interessa”. In una società se c’è gente di campo è tutto più semplice, ci si capisce al volo". 


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