Totò Di Natale, il grande bomber e l'uomo dei grandi rifiuti

Antonio Di Natale
Antonio Di Natale / ALBERTO PIZZOLI/Getty Images
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Dici Totò Di Natale e pensi immediatamente al gol. All'Udinese. Ma non solo. L'ex attaccante dell'Empoli e dei friulani il sesto realizzatore di sempre del campionato di Serie A con ben 209 gol. Ha vinto per due stagioni consecutive (2009-10 e 2010-11) la classifica cannonieri della Serie A. Il bomber campano però è passato anche alla storia per due famosi rifiuti: uno alla Juventus e l'altro al Napoli.

Il rifiuto di giocare contro il Napoli

Totò Di Natale, spesso e volentieri, non scendeva in campo in occasione di Udinese-Napoli e/o Napoli-Udinese. Piccoli infortuni, influenze, acciacchi: ogni qualvolta si avvicinava la sfida tra i bianconeri friulani e il club partenopeo Totò Di Natale faceva di tutto per non scendere in campo. E' stato lo stesso calciatore, ora allenatore dello Spezia Under 17, a svelare il segreto di Pulcinella: "Perché non giocavo spesso contro il Napoli? Perché amo la città e sono un grande tifoso del Napoli: ho scelto di non vestire quella maglia perché per me sarebbe stata troppo pesante, avevo paura di non riuscire ad esprimermi ai miei livelli. Sono stato quasi sempre assente in queste sfide perché segnare al Napoli era come segnare a mio fratello e per questo preferivo evitare". Con l'Udinese ha saltato ben sei dei possibili diciotto incroci con la sua squadra del cuore tra infortuni e squalifiche. Il bilancio parla di 11 partite giocate da giocatore dell'Udinese contro il Napoli, di cui 10 da titolare, e 8 goal segnati con 2 triplette. Un'altra volta invece è rimasto in panchina. E perché Totò non ha vestito la maglia del Napoli? "Sono napoletano e amo Napoli ma quella maglia per me era troppo pesante e avevo paura di non fare ciò che invece ho fatto, ma sono un grande tifoso del Napoli". Nemo propheta in patria.

Totò Di Natale
Totò Di Natale / Dino Panato/Getty Images

Il gran rifiuto: il no alla Juventus

Nell'estate del 2010 la Juventus reduce da un settimo posto con Ferrara in panchina cercava un nuovo attaccante da regalare a Delneri, appena arrivato in panchina. Beppe Marotta, all'epoca nuovo amministratore delegato della Juve, mise gli occhi su Totò, reduce dalla vittoria della classifica marcatori. La Juve lo tentò con un'offerta importante ma dopo averci pensato a lungo, Totò decide di rifiutare. "Non ho nessun rimpianto. Grazie all'Udinese ho disputato due Mondiali e un Europeo, ho giocato la Champions e non credo che potessi chiedere di più. Forse in un'altra squadra avrei potuto vincere di più, ma ho scelto Udine anche perché la mia famiglia stava bene" le parole di Di Natale. La Juventus poi 'ripiegò' su un altro attaccante campano, Fabio Quagliarella. Beppe Marotta, nel suo periodo alla Juve, amava portare a esempio, positivo, il no di Di Natale. Quel no ha rappresentato forse uno dei punti più bassi ma la Juve da quel no è ripartita ed è rinata: "Ormai l’appeal della Juventus è molto alto: qualche anno fa Di Natale, non me ne voglia Totò, ci ha rifiutato, mentre ora è difficile per un giocatore resisterci e questo deve essere un motivo di grande orgoglio per noi".


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