La top 11 della 27ª giornata di Serie A
Esultare per la fuga o imprecare perché la Juventus non avrà più impegni infrasettimanali? Antonio Conte, al solito più realista del re, sarà tormentato da questo dubbio nella settimana in cui la sua Inter si è cucita sul petto un altro pezzo di scudetto. Il +10 sul Milan, considerando lo scontro diretto a favore, estromette i cugini dalla corsa al titolo, ma lascia una speranza ai bianconeri, parsi famelici a Cagliari dopo il flop contro il Porto. Ora Conte e Pirlo avranno rispettivamente 11 e 12 partite da affrontare senza altre distrazioni, a parte la finale di Coppa Italia per i bianconeri prevista per il 19 maggio, quando i giochi potrebbero essere già fatti. Se sarà così, l'Inter saprà a quale periodo della stagione dover risalire per individuare la svolta: anche contro il Torino hanno brillato in pochi, ma il carattere è da tricolore.
1. Marco Silvestri (Hellas Verona)
Al "Mapei" si affrontano due squadre prive di preoccupazioni di classifica e inclini sempre a correre in avanti. Ne esce una partita spettacolo, piena di gol, occasioni e giocate di spessore tecnico. Esce vittoriosa la squadra di De Zerbi, perché ha più qualità nei singoli e perché crea più occasioni. Un paio di queste vengono sventate dal portiere emiliano dell'Hellas, che si mette definitivamente alle spalle la brutta prova di Udine. Dice no a Ferrari e a Berardi grazie alle sue riconosciute abilità a livello atletico e di riflessi. La volata per il ruolo di terzo portiere all'Europeo è lanciata...
2. Danilo (Juventus)
Altra ottima prestazione da schermo davanti alla difesa per l'ex Real Madrid, che mostra piedi buoni, ma anche sorprendente senso tattico e visione di gioco. Non è la prima volta che un brasiliano cambia ruolo e scala di qualche metro in avanti, ma la metamorfosi non è consueta per un giocatore nato esterno e che già aveva sorpreso adattandosi come centrale a quattro o a tre. Pulito, essenziale e concentrato, efficace anche nel finale quando torna in difesa e molti compagni si rilassano. Impossibile non avere qualche rimpianto per non averlo avuto a disposizione contro il Porto…
3. Stefan Radu (Lazio)
È ormai tornato su livelli di rendimento assoluti al punto che l'amico Simone Inzaghi si guarda bene dal non mandarlo in campo da titolare ora che la condizione atletica lo assiste. Da ex terzino sinistro ha mandato a memoria i movimenti del terzo di difesa, ma contro il Crotone, al netto del livello degli avversari, la bandiera biancoceleste fa davvero tutto. Degno di un trequartista l'assist per Milinkovic-Savic per il gol che apre la giornata, non fa mai mancare le coperture giuste, ma ha fiato anche per appoggiare l'azione allargandosi con giudizio e senso tattico.
4. Manuel Locatelli (Sassuolo)
Riecco il tuttocampista che tanto servirebbe alla Juventus, ma che nell’immediato potrà far comodo soprattutto a Mancini in chiave Europeo. Nel derby delle squadre spettacolo contro il Verona il Sassuolo vince di cuore e di qualità rispetto al calcio tutto grinta dell’Hellas. Decisiva la prestazione da universale dell’ex Milan, che apre il pomeriggio con un gran gol dalla distanza infarcendo il resto della partita di giocate di personalità da metronomo e all’occorrenza interditore.
5. Fikayo Tomori (Milan)
In una serata amara per i rossoneri, Paolo Maldini e Frederic Massara hanno capito di dover fare posto in agenda. Urge infatti trovare argomenti validi per convincere il Chelsea quantomeno a rinnovare il prestito di questo ragazzone arrivato a gennaio come rincalzo del rincalzo, ma guadagnatosi fiducia e spazio a suon di prestazioni. Mentre i compagni avvertono la stanchezza, l'anglo-canadese fa il figurone a Old Trafford e anche al cospetto dei guizzanti attaccanti del Napoli. Senso della posizione, personalità e fisicità. Il compagno ideale per tanti e un'insidia seria per Alessio Romagnoli a caccia del rinnovo...
6. Milan Skriniar (Inter)
Dopo il gol decisivo contro l’Atalanta, con modalità da centravanti vero, lo slovacco conferma il proprio stato di forma anche contro il Torino. Partita completamente diversa dal punto di vista tattico, ma l’ex Samp fa il proprio e anche oltre, non andando mai in difficoltà di fronte all’imprevedibilità di Sanabria e soprattutto dando parecchio manforte alla fase offensiva, sia in fase di impostazione, vista la libertà di cui gode, sia in quella di tentata finalizzazione, risultando ben più pericoloso di Lukaku e Lautaro.
7. Cristiano Ronaldo (Juventus)
Non è da leggende come il portoghese tradire nelle serate più importanti, in particolare se queste sono in Europa, e fare sfracelli in quelle facili. Per questo lo show della Sardegna Arena non potrà cancellare in nessun modo le prove scialbe nella doppia partita contro il Porto e anche in altre gare importanti della stagione come quella in campionato contro l’Inter. Però la reazione del fuoriclasse c’è e non può non essere registrata. Tre gol in mezzora con una facilità disarmante e il solito campionario mostrato al completo: stacco imperioso, rigore di destro e sinistro a giro di potenza e precisione. Sale a 30 centri in stagione e distacca Lukaku. Salvo miracoli, però, a maggio rischia di festeggiare solo il titolo di capocannoniere…
8. Markus Svanberg (Bologna)
Nel Bologna dei giovani che contro la Samp soffre, ma archivia virtualmente il discorso salvezza brilla il talento dello svedese classe ’99, che sembra poter mettere la testa avanti nella folta concorrenza a centrocampo della rosa rossoblù. Se sta bene Mihajlovic gli dà sempre fiducia e la motivazione sta nel bagaglio tecnico-tattico completo del ragazzo, che corre come un interditore, ha visioni di gioco da regista e inserimenti da mezzala. Ecco allora il gol che spacca la partita e l’assist per la rete di Soriano che la chiude. Perché oltre a tutto l’illustre concittadino di Ibrahimovic ha anche tanto fiato. Gol del sorpasso, grande assist a Soriano per il tris ma non solo. Preziosissimo anche in fase di copertura.
9. Luis Muriel (Atalanta)
Primo tempo con troppi scivoloni ed errori tecnici inaccettabili per un giocatore del suo talento e dotato del suo tocco di palla. Forse sorpreso dalla scelta di Gasperini di mandarlo in campo da titolare e magari deluso in ottica Real Madrid prevedendo la panchina al “Di Stefano”, nella prima parte di gara il colombiano non riesce a duettare con Zapata e neppure a far vedere lampi della sua classe e della sua velocità. Dopo l'intervallo cambia tutto e la magia telecomandata è solo la punta dell'iceberg di un tempo giocato da fenomeno puro, sempre in grado di prevedere le giocate dei compagni e di non far capire le proprie agli avversari.
10. Mario Pasalic (Atalanta)
Troppo poco nel primo tempo, dilagante nella ripresa. Il bottino di 9 gol dello scorso campionato è ancora lontano, ma intanto il croato scalda il motore in vista della notte di Madrid, nella quale potrebbe tornare molto utile. La sua prestazione a due volti è quella della squadra, impacciata nel primo tempo e poi dominante. La trequarti è il suo regno, dove imbucare e farsi trovare: segna due gol e ne fallisce altrettanti, ma alla terza da titolare negli ultimi quattro mesi conta di più che sia tornato in condizione.
11. Valentin Mihaila (Parma)
Ti aspetti Zirkzee e spunta il rumeno. Nel Parma che torna a credere nella salvezza inizia a farsi sentire il peso dei rinforzi di gennaio. Pellé fa reparto e si procura il rigore, ma a rubare l'occhio è il classe 2000 ex Craiova che segna un altro gol pesante dopo quello di Firenze. Ma oltre alla segnatura è il livello della prestazione a meravigliare per un giocatore con poca esperienza e chiamato a recitare da protagonista in una squadra sull'orlo della disperazione. Taglia, viene incontro, scatta, chiama gli uno-due e li porta avanti. Un attaccante di personalità e con ampi margini di miglioramento, già capace di far ammattire non solo Bruno Peres, ma anche il ben più ostico Mancini.
12. Allenatore: Roberto D'Aversa (Parma)
Viste le ultime prestazioni della squadra viene da dire 'Finalmente'. La vittoria dei crociati era nell'aria e le contemporanee sconfitte di Cagliari e Torino, Spezia e Benevento riaprono completamente i giochi nella corsa alla salvezza. Con fatica e dopo tanto lavoro sta riuscendo a mandare in campo una squadra credibile e dotata di autostima. Tutt'altro che facile visti i risultati che non arrivavano e il bastimento di rinforzi di gennaio, non certo subito pronti. Per il bel gioco ripassare, ma la rincorsa quasi impossibile passava da una vittoria di prestigio. I punti persi contro Udinese e Spezia, oggi, suonano da monito, più che da rimpianto.
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