Tonali: "Potevo andare al Milan, ma non mi hanno considerato. Pirlo? Vorrei il suo lancio lungo"

Emilio Andreoli/Getty Images
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Sono anni che il nome di Sandro Tonali rimbalza dal Brescia alle big d'Italia. Il centrocampista, che ha esordito giovanissimo in Serie B, ha confermato le sue grandi potenzialità anche al primo anno nella massima serie. Prestazioni che gli sono valse il forte interesse di Inter e Juventus. E il giovane mediano, in proposito, ha rilasciato un'intervista al settimanale Sportweek.

Jonathan Moscrop/Getty Images

Sul paragone con Pirlo. "Ha detto che sono più completo di lui? La mettiamo che, esagerando, Pirlo mi ha dato ragione (ride, ndr): non ci somigliamo. Ma da qui a dire che io sia un giocatore più completo di lui… Quando due miei amici mi hanno girato sul cellulare la diretta Instagram nella quale si esprimeva così, ci sono rimasto. E ancora adesso sono senza parole. Posso solo rispondergli con un 'grazie'. Da Pirlo vorrei prendere il lancio profondo, preciso al millimetro. Oggi riesco meglio nel gioco corto. Che, in verità, mi viene anche più naturale rispetto al 'lungo'" . Tonali sarebbe potuto andare al Milan: "Il Lombardia Uno era affiliato al Milan. Ogni due o tre mesi cinque o sei bambini venivano chiamati al Vismara, dove si allenano i giovani del club. Non posso dire che mi abbiano scartato: non mi hanno proprio preso in considerazione. Forse ero troppo piccolo".

Su Gattuso: "Mi colpivano la sua grinta e generosità. Avesse diviso per dieci la determinazione che aveva dentro, ce ne sarebbe rimasta abbastanza per riempire tutti i suoi compagni di squadra. Non aveva paura di nessuno. Mezz'ala o regista? Sai che non lo so? Mi piacciono entrambi. Dipende da come si schiera l’avversario: contro un 4-4-2 ho più spazio come mezzala, se ho di fronte un trequartista mi piace stare davanti alla difesa perché, saltato lui, ho campo davanti".

Emilio Andreoli/Getty Images

Su Balotelli, suo compagno di squadra (forse ancora per poco): "Lui un talento sprecato? No, lo guardo e mi fermo a: “Che talento”. In allenamento fa cose che riescono a pochissimi. Perché “sprecato”? Ha giocato in grandi squadre, ha segnato tantissimi gol, ha vinto. Io un predestinato? La sicurezza non c’è mai, ho realizzato neanche la metà di ciò che ho in mente, però mi sento abbastanza forte da farcela. Sono sulla buona strada".


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