Talenti italiani all'estero: danno od opportunità per la Nazionale?

Mattia Viti
Mattia Viti / Gabriele Maltinti/GettyImages
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Sono anni che in Italia si parla del fenomeno della fuga dei cervelli all'estero, ora ufficialmente si è aperta l'era della fuga dei "piedi", vediamo infatti sempre più giovani talenti Azzurri emigrare per cercare fortuna e soprattutto continuità nei vari campionati europei.

Questa è stata l'estate in cui Gianluca Scamacca, Sebastiano Esposito, Lorenzo Lucca e Mattia Viti hanno scelto l'estero per proseguire la loro carriera, seguendo l'esempio di Wilfried Gnonto che prese questa decisione due stagioni fa. E un altro grande talento italiano, Cesare Casadei, potrebbe presto seguire il loro esempio lasciando la primavera dell'Inter per approdare a Londra, sponda Chelsea.

Lorenzo Lucca
Lorenzo Lucca / Giuseppe Cottini/GettyImages

Sarà la scelta giusta per la crescita professionale e personale?

Considerando il problema che il nostro calcio sembra avere nella valorizzazione e nella crescita dei propri giovani talenti questa potrebbe essere davvero una scelta lungimirante e potenzialmente una svolta nella carriera di questi calciatori.

Ai giovani, le nostre squadre, soprattutto le big, preferiscono spesso profili stranieri e più esperti costringendo spesso i propri talenti ad una serie interminabile di prestiti in categorie minori o in squadre minori per fare la famosa gavetta della quale potrebbero anche non aver necessità. Alla fine del lungo tour tra squadre e categorie inferiori vengono spesso inseriti in trattative per l'acquisto di giocatori già formati, si veda il famoso inserimento di Zaniolo nell'affare Nainggolan, oppure vengono ceduti per cercare di sanare i bilanci con le famose plusvalenze.

Nicolo Zaniolo
Zaniolo / Gualter Fatia/GettyImages

Secondo uno studio del CIES Football Osservatory la Serie A si piazza al 52esimo posto su 60 campionati di tutto il mondo per l'utilizzo di under 21e all'ultimo posto tra i top 5 campionati europei per utilizzo da parte dei club di giocatori cresciuti nel proprio vivaio.

Appare quindi evidente come le nostre squadre preferiscano investire e ragionare per vincere nel breve periodo piuttosto che creare progetti che vedano i giovani come protagonisti. Le scelte di questi ragazzi che cercano fiducia e opportunità all'estero sono quindi più che fondate e legittime per avere una reale possibilità di crescita e per cimentarsi in contesti competitivi che appartengono alle loro qualità tecniche e fisiche.

Gianluca Scamacca
Gianluca Scamacca / BSR Agency/GettyImages

Questo nuovo movimento farà bene alla nostra Nazionale?

Sicuramente la fuga dei giovani calciatori renderà il nostro campionato più povero di talento e saranno sempre meno quelle bandiere che hanno caratterizzato il nostro calcio tra gli anni '90 e 2000, tuttavia andare all'estero a giocare, migliorare e crescere in contesti diversi dal nostro potrebbe rivelarsi una grande risorsa per la Nazionale di Roberto Mancini che ora più che mai ha bisogno dei nostri giovani. Il lavoro di monitoraggio dei giocatori italiani all'estero potrebbe risultare più difficoltoso per il commissario tecnico ma, con l'utilizzo delle moderne tecnologie, non è più un problema insormontabile come poteva essere nelle epoche passate.

Il fatto che questi ragazzi possano confrontarsi con continuità in campionati competitivi, come il nostro se non di più, e soprattutto aver l'opportunità di fare esperienza nelle competizioni internazionali sarà sicuramente un valore aggiunto nella loro carriera e nello sviluppo delle loro qualità calcistiche, in questo senso Roberto Mancini non può che essere contento di avere giovani che si mettono in gioco nel calcio estero e può guardare con fiducia al futuro della Nazionale.


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