Taarabt punzecchia il Milan di Pioli e svela un retroscena su Kakà

Adel Taarabt
Adel Taarabt / Claudio Villa/GettyImages
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Breve ma intensa: così si può riassumere l'avventura di Adel Taarabt al Milan. Il fantasista marocchino ha vestito la maglia dei rossoneri solo per 6 mesi nella stagione 2013/14, ma con le sue giocate è stato uno dei giocatori migliori visti nella cosiddetta "banter era". Proprio Taarabt, che oggi ha 34 anni e gioca in Qatar con l'Al-Nasr, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport per tornare sui tempi del Milan.

Sul suo Milan: "Non vorrei sembrare arrogante, ma in quei sei mesi sono stato di gran lunga il miglior giocatore della squadra e c’erano Balotelli, Kakà, Robinho. I tifosi lo sapevano, Seedorf mi voleva bene, io stavo da Dio. Dopo soli due mesi si parlò del riscatto, ma in estate cambiò tutto. Inzaghi disse ai piani alti di non voler puntare su di me perché preferiva Cerci (poi arrivato a gennaio 2015 ndr). Lo rispetto, ma sentirmi dire una cosa del genere no. Ora tutti vedono che carriera sta avendo come allenatore. Suo fratello ha fatto bene, lui invece...".

Sul Milan di oggi: "Per le altre squadre è troppo facile capire come gioca il Milan. Si legge troppo presto. E poi la rosa è corta: l’Inter è un altro mondo".

La lite con Kakà: "Ricordo una lite mai vista. So che sembra strano sentirselo dire perché Kakà è il ‘ragazzo perfetto’, ma è successo. Insomma, andò così: esercitazioni, attacco contro difesa, invece di servire Ricky passai il pallone a Balotelli, così lui iniziò a urlarmi addosso. ‘Diavolo, è Kakà!’, pensai. Rimasi stupito, ma non si fermava, quindi a un certo punto gli ho messo le mani al collo. Io capisco che sei Kakà, ma se urli io perdo la testa. Il giorno dopo, però, lui si scusò e mi portò fuori a pranzo. All’epoca lo spogliatoio aveva dei clan. Alcuni non volevano aiutare Seedorf, altri sì. Io ero nel mezzo".


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