Superlega già finita? Non proprio. Spuntano le prime clausole e i contratti vincolanti
Arrivata la parola "fine" sulla Superlega, dopo il comunicato apparso sul sito ufficiale della neonata competizione? Teoricamente sì, ma in pratica non dovrebbe essere proprio così, nel senso in cui dovrebbero rimanere ampi margini di discussione visti gli accordi firmati dalle 15 società che hanno fondato la competizione prima che del fuggi-fuggi generale con tanto di scuse (fittizie?) ai propri tifosi dopo l'incredibile e inaspettata - ma solo dai presidenti - reazione dei tifosi ad ogni latitudine.
Le clausole e la data di uscita dalla Superlega
Anche nel comunicato emesso dalla Juve, l'ultimo in ordine di tempo dopo quelli di Inter e Milan per la Serie A, ad esempio, si parla di "infattibilità per come proposta in origine", ma non si una uscita dalla Superlega. A tal proposito il Financial Times ha rivelato il dettaglio delle clausole d'uscita dal "patto" messo in piedi da Andrea Agnelli e Florentino Perez (presidenti di Juve e Real Madrid), cioè i due veri fautori del progetto. L'accordo costringeva i club a non poter uscire prima del giugno 2025, ma solo dall'anno successivo e con una stagione di preavviso. E coloro che avrebbero voluto lasciare avrebbero dovuto rimborsare obbligatoriamente la loro parte di sovvenzione (i 3,25 miliardi garantiti da JP Morgan).
Superlega "viva" a livello legale
Il fuggi-fuggi è stato scatenato nella giornata di ieri dai sei club inglesi (City, United, Chelsea, Liverpool, Arsenal e Tottenham), una scelta istantanea che ha permesso loro di risparmiare la penale, visto che nessuno ha incassato nulla dai proventi della Superlega. Una competizione, o meglio un progetto, che può però rimanere vivo almeno a livello legale, visto che i contratti firmati dai club fondatori sono vincolanti. I club rimasti, infatti, potrebbero fare causa ai "dissidenti" e rivalersi economicamente su di loro.
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