Dalle stelle alle stalle: la "breve" favola dell'Anzhi
Sulejman Kerimov, magnate del potassio, nativo di Makhachkala, citta di poco meno di 600 mila abitanti che si affaccia sul Mar Caspio, nel gennaio 2011 rileva il club locale dell'Anzhi con l'obiettivo di conquistare trofei in patria e fuori.
Il ricco imprenditore, proprietario della Uralkali e fra gli azionisti di maggioranza di Gazprom, colosso mondiale nel settore delle risorse naturali e dell'energia, non bada a spese, offrendo contratti d'oro a grandi campioni a fine carriera e a grandi allenatori. Nel giro di pochi anni, tuttavia, i risultati saranno nettamente al di sotto delle attese, mentre i costi di gestione della società diventeranno insostenibili.
A distanza di 2 anni il sogno Anzhi crollerà: tutti i grandi protagonisti si affretteranno a lasciare la società e quest'ultima retrocederà in Seconda Divisione. Lo stesso Kerimov venderà il club nel 2016 a Osman Kadiyev e le cose andranno di male in peggio. Visto il bilancio in grave deficit, nel 2019/20 l'Anzhi non avrà i requisiti per partecipare alla Seconda Divisione, e dovrà iscriversi alla Terza Serie russa.
La storia dell'Anzhi
L'Anzhi venne fondata nel 1991, poco prima del crollo dell'Unione Sovietica. Precedentemente a Makhachkala, la capitale della Repubblica russa del Daghestan, esisteva soltanto la Dinamo, club oggi sciolto che ha avuto un passato in Seconda e Terza Serie sovietica prima e russa poi. La sua era stata una storia da comprimaria e la nuova società si proponeva l'ambizione di prenderne l'eredità e fare meglio sotto il profilo dei risultati ottenuti.
Il club è fondato da Aleksandr Markarov, ex giocatore della Dinamo, e dall’imprenditore Magomed Sultan Magomedov. La squadra prende inizialmente parte al torneo regionale daghestano e le cose vanno per il verso giusto: nel primo anno le gare vinte furono 16 su 20 e fu promozione. Dopo la dissoluzione dell'U.R.S.S. il 26 dicembre 1991, l'Anzhi è inserito nella Terza Serie russa.
Nel 2000 raggiunge e debutta nel massimo campionato russo. Dopo un 4° posto che porta al debutto europeo in Coppa UEFA contro i Rangers, passano appena due stagioni e l'Anzhi retrocede nuovamente nella Seconda Serie russa, ma è dal 2011 che si cambia marcia. A gennaio infatti il magnate Sulejman Kerimov acquista il club e investe somme importanti sul calciomercato per rinforzare la squadra. L'obiettivo è portare in breve tempo l'Anzhi a vincere trofei in patria e, soprattutto, a competere nelle Coppe Europee.
L'Anzhi delle stelle
Il primo campione ad arrivare nel Daghestan è il veterano brasiliano Roberto Carlos, che viene ingaggiato a parametro zero a febbraio dopo la rescissione con il Corinthians. L'ex interista a quasi 38 anni firma un contratto da 2 anni e mezzo a 9 milioni di euro netti a stagione. A lui è affidata dal tecnico Gadzi Gadziev la fascia di capitano. Sempre nel calciomercato invernale sono acquistati altri due brasiliani, Jucilei e Diego Tardelli, pagati rispettivamente 10 e 5 milioni di euro.
Grazie ai nuovi innesti, l'Anzhi dopo 12 giornate di campionato a inizio giugno è al 2° posto alle spalle della capolista CSKA Mosca. A quel punto Kerimov decide di alzare l'asticella e procede con ulteriori acquisti da sogno. Così in estate torna in patria dal Chelsea l'esterno basso Yuri Zhirkov per 15 milioni, e arrivano nel Daghestan dal PSV Eindhoven l'esterno ungherese Balázs Dzsudzsák, pagato 14 milioni, dall'Anderlecht il centrocampista offensivo Mbark Boussoufa per 8 milioni, e, soprattutto, dall'Inter del Triplete l'attaccante Samuel Eto'o.
Il camerunense è destinato a diventare la stella assoluta della squadra e per il suo cartellino Kerimov si spinge a sborsare 25 milioni più 2 di bonus, mentre al giocatore, che firma un triennale, vengono assicurati 20 milioni e mezzo a stagione di ingaggio, diventando per un po' di tempo il calciatore più pagato al mondo. In totale la spesa sul calciomercato dell'Anzhi sale dunque a 77 milioni di euro stagionali più 2 di bonus.
Nonostante l'arrivo delle grandi stelle nel Daghestan, la squadra sotto la guida di Gadziev fa fatica e perde posizioni in classifica. A settembre dunque Kerimov decide di sollevare dall'incarico il suo allenatore e la squadra è affidata al tandem Andrey Gordeev-Roberto Carlos, con il brasiliano nelle doppie vesti di giocatore e assistente allenatore. I risultati però sono ancora altalenanti, e le sconfitte contro Lokomotiv e CSKA Mosca convincono a dicembre Kerimov ad affidarsi al tecnico russo Jurij Krasnozan, che sottoscrive addirittura un accordo di 5 anni.
La squadra inizia la corsa Scudetto all'8° posto, e l'avventura del nuovo allenatore sarà molto breve: il patron a febbraio 2012 affida infatti la panchina al 'Mago' olandese Guus Hiddink, che diventa anche vicepresidente del club e firma un ricco contratto di un anno e mezzo a 10 milioni di euro a stagione. All'apertura del calciomercato invernale si riparte con gli innesti di livello. Il primo colpo è il difensore Christopher Samba per 8 milioni, poi si punta sull'attaccante Lacina Traoré (12 milioni) e soprattutto sul centrocampista Lassana Diarra (5 milioni) che si rivelerà un acquisto importante per gli equilibri della squadra.
I risultati con l'arrivo degli ultimi colpi e dell'esperto tecnico migliorano e alla fine della poule Scudetto l'Anzhi conclude la prima stagione dell'era Kerimov con un 5° posto che gli vale la qualificazione all'Europa League. In estate non ci sono ulteriori acquisti, anche perché le spese sono state ingenti.
L'obiettivo dichiarato è quello di qualificarsi in Champions League e spezzare il duopolio rappresentato da Zenit San Pietroburgo e CSKA Mosca, oltre che provare ad arrivare in fondo in Europa. Ma se fuori dai confini i risultati saranno lusinghieri, in patria, nonostante un miglioramento sensibile con il 3° posto finale, non riuscirà a centrare l'obiettivo Champions.
Il 1° febbraio 2013 Kerimov rinforza ulteriormente la rosa di Hiddink con l'acquisto del brasiliano Willian, che viene prelevato dallo Shakhtar Donetsk per 35 milioni di euro (3° trasferimento più oneroso di sempre di un club russo.
La fine di un sogno
Nonostante i miglioramenti rispetto alla prima stagione, gli onerosi investimenti fatti dal magnate Kerimov non riflettono nemmeno nel 2012/13 i risultati, con gravi conseguenze sui bilanci dell'Anzhi. Questo ciò che riporta il portale Calcio sovietico: "I grandi acquisti come Eto'o a Roberto Carlos hanno attirato molte attenzioni mediatiche sul campionato russo. I risultati invece non sono stati granché, soprattutto perché gli investimenti faraonici di Kerimov sono durati appena 2 stagioni".
Nell'estate 2013, la Uralkali, la compagnia leader nell'estrazione del potassio del magnate russo, va in crisi, con strascichi giudiziari in Bielorussia, in Russia ed in Francia. Nel giro di poche settimane cambia drasticamente tutto. Il 22 luglio Guus Hiddink rassegna le dimissioni. Al suo posto viene promosso allenatore il vice René Meulensteen. Il 7 agosto il presidente Konstantin Remchukov annuncia che il budget sarà sensibilmente ridotto e che le grandi stelle saranno vendute. In breve tempo lasciano il Daghestan Lassana Diarra, Diego Tardelli, Jucilei, Willian, Boussoufa, Zhirkov, Roberto Carlos, Eto'o, che chiude la su esperienza russa con 36 goal complessivi in 73 presenze, e anche Kokorin, la cui permanenza all'Anzhi dura appena un mese.
Negli ultimi anni le cose per la società russa ha lottato per sopravvivere nonostante una disponibilità economica che non era più quella degli anni d'oro. Nel 2014/15 la squadra ha vinto la Seconda Divisione russa ed è tornata in Premier League, ottenendo poi per due stagioni, fino al 2016/17, discreti risultati. A fine 2016 però Kerimov vende il club a Osman Kadiyev, ex presidente della Dinamo Makhachkala, fallita dieci anni prima. Nel 2017/18 l'Anzhi giunge 14° e perde lo spareggio salvezza contro l'Enisej, facendo ritorno in seconda divisione. Il resto è cronaca recente.
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