Storia di un campione del passato: la carriera nerazzurra di Javier Zanetti

FC Internazionale Milano v Tottenham Hotspur - UEFA Champions League
FC Internazionale Milano v Tottenham Hotspur - UEFA Champions League / Claudio Villa/Getty Images
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Il nome di Javier Zanetti è legato fortemente all'Inter. Ora vice presidente del club nerazzurro, l'argentino è diventato negli anni un'icona del Biscione tra numerose presenze e trofei che ne hanno arricchito la carriera dopo tanti anni di sacrifici.

Basti pensare che l'avventura del Tractor a Milano è iniziata nel lontano 1995 e proseguita in campo fino al 2014, anno in cui ha concluso l'attività agonistica: con 1114 partite ufficiali disputate, è settimo nella classifica dei calciatori con almeno 1000 presenze in carriera; è inoltre lo straniero con più presenze in Serie A (615) e il quarto giocatore in assoluto per partite disputate. Zanetti è anche il calciatore con più presenze nella storia dell'Inter (858), squadra di cui è il giocatore più vincente, con sedici trofei: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Coppa UEFA, una Champions League e una Coppa del mondo per club FIFA. È inoltre il giocatore con più presenze da capitano in Champions League (82). Una leggenda, la cui storia parte da lontano.

Gli inizi in Argentina

Argentine players(From L-R:) Javier Zanetti, Rolan
Argentine players(From L-R:) Javier Zanetti, Rolan / ALEJANDRO PAGNI/Getty Images

Nato a Buenos Aires il 10 agosto del 1973, dopo l'esperienza nelle giovanili dell'Independiente dal 1982 al 1989, esordisce nel calcio professionistico nel 1991 nella primavera del Talleres de Remedios de Escalada. L'anno seguente passa in prima squadra, poi nel 1993 approda nella massima serie, al Banfield. Nel 1995, segnalato da Angelillo che lo aveva visionato in più videocassette mentre giocava per la Nazionale olimpica argentina, viene acquistato dal presidente dell'Inter, Massimo Moratti.


La lunga carriera all'Inter: la Coppa Uefa e le difficoltà

Claudio Villa Archive
Claudio Villa Archive / Claudio Villa/Getty Images

Esordisce in nerazzurro il 27 agosto '95, nelle vittoria di misura sul Vicenza. Poi registra l'esordio anche nelle coppe europee. Affermatosi come titolare nella stagione seguente, contribuì al terzo posto dell'Inter in campionato, stessa stagione in cui raggiunse inoltre la finale di Coppa UEFA persa poi ai rigori contro lo Schalke 04. L'anno successivo, però, alza lo stesso trofeo sotto il cielo di Parigi dopo il rotondo 3-0 inflitto alla Lazio, deciso anche da un suo gol (oltre a quelli di Zamorano e Ronaldo). Dal 1998 al 2001 l'Inter passa un triennio difficile, poi prova a riaffacciarsi a vertici sotto la gestione di Hector Cúper e la parentesi di Alberto Zaccheroni: tante delusioni, come lo scudetto perso all'ultima giornata il 5 maggio 2002. In quegli anni di difficoltà, però, l'argentino inizia a legare stabilmente la fascia da capitano al braccio.

I successi e gli anni d'oro: da Calciopoli al Triplete

Bayern Muenchen v Inter Milan - UEFA Champions League Final
Bayern Muenchen v Inter Milan - UEFA Champions League Final / Giuseppe Bellini/Getty Images

La musica cambia dopo l'arrivo di Roberto Mancini. La stagione 2004/05 segnò infatti il ritorno dell'Inter alla vittoria, con la conquista della Coppa Italia. Poi arriva la Supercoppa italiana ai danni della Juventus, con la replica del successo in coppa nazionale nel 2006. Nello stesso anno lo scandalo di Calciopoli consegna inoltre lo Scudetto alla Beneamata, dopo il declassamento della Juventus. Da lì in poi, capitan Zanetti inizia ad alzare trofei in Italia e in Europa, fino al Triplete del 2010, alla vittoria del Mondiale per Club e alla Coppa Italia del 2011 con Leonardo. Poi parla il palmares.

Il post Triplete e l'addio: l'infortunio e il saluto

AC Chievo Verona v FC Internazionale Milano - Serie A
AC Chievo Verona v FC Internazionale Milano - Serie A / Dino Panato/Getty Images

Dal 2011 al 2014 l'Inter passa anni complicati, con l'ossatura del Triplete che va pian piano sgretolandosi e cambi di proprietà che non rendono facile e lineare la situazione del club. Nell'ultimo periodo a Milano stabilisce comunque alcuni primati individuali: tra il 2011 e il 2012 supera Bergomi e diventa il giocatore con più presenze nella storia dell'Inter e il nerazzurro con più presenze nel derby di Milano. Nonostante il grave infortunio rimediato a Palermo che lo tiene ai box per sei mesi, Zanetti torna comunque in campo a 40 anni e 3 mesi, giocando contro il Livorno nella partita del 9 novembre successivo. Gioca la sua ultima gara il 18 maggio 2014, sul campo del Chievo.

"Ho smesso quasi a 41 anni. Potevo giocare ancora? Forse. Mi sono rotto il tendine d’achille a 39 anni, a Palermo. Nello spogliatoio ho parlato con lo staff: la mia testa era proiettata a quando operarmi e quando tornare. Non volevo smettere così. Ci metto 5/6 mesi di riabilitazione, rientro con il Livorno a 15’ dalla fine e mi sentivo bene. Alla fine della partita i miei compagni erano più felici di me. Lì ho pensato che sarebbe stata la mia ultima stagione. Meglio dire basta quando stai bene e non quando la gente ti guarda in altro modo perché magari le cose non vanno come al solito. Anche se stavo bene, ho deciso così" ha recentemente raccontato in una diretta Instagram con l'ex compagno Christian Vieri. Perché Zanetti, oltre che essere stato un grande giocatore, rimarrà nella storia per i suoi sacrifici e per la sua umiltà.


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