Storia di un campione del passato: la carriera di Walter Samuel (The Wall)
Walter Adrian Samuel, un nome che mette d'accordo quasi tutti. Il fortissimo difensore ha vissuto la parte migliore della sua carriera in Italia, vestendo le maglie di Roma e Inter e vincendo tutto quello che si poteva vincere, soprattutto con la maglia nerazzurra. L'argentino si è rivelato senz'altro come uno dei migliori interpreti del ruolo: fortissimo nel gioco aereo, praticamente insuperabile nell'uno contro uno, non ha disdegnato qualche incursione nell'area avversaria facendo alcuni gol, proprio quelli che ha sempre reso difficile fare agli avversari. All'Olimpico, sponda giallorossa, si è guadagnato il soprannome The Wall (il muro) che ha confermato sia con la Nazionale albiceleste, sia con i nerazzurri. Ripercorriamo insieme la carriera di Walter Adrian Samuel
Il debutto in patria
Walter Samuel (nato Walter Luján il 23 febbraio 1978), cambiò il suo cognome del padre biologico che lo ha abbandonato con quello adottivo) ha cominciato la sua carriera nel 1996 in Argentina, nel Newell's Old Boys. Giocò lì una stagione e mezza, prima di passare al più quotato Boca Juniors. Con gli Xeneizes resta per tre stagioni e si afferma vincendo la Copa Libertadores.
L'arrivo in Italia
Ad avere il merito di portarlo in Italia è stata la Roma. Nell'anno (di grazia) 2000 il presidente giallorosso Franco Sensi metterà in piedi una squadra capace di tornare a vincere lo scudetto dopo ben 18 anni. E l'acquisto di Walter Samuel (34 miliardi di lire) si rivelerà fondamentale. Con Emerson e Batistuta andrà a comporre la colonna dorsale della formazione di Fabio Capello che dominò quel campionato. Il difensore si iscrisse una sola volta sul tabellino dei marcatori, ma fu fondamentale: grazie alla sua rete - da attaccante vero - la Roma superò 1-0 il Lecce all'Olimpico dopo una gara maledettamente sofferta. Con i giallorossi vinse anche una Supercoppa italiana, prima di lasciare la Capitale nel 2004, quando venne ceduto al Real Madrid per 25 milioni di euro.
Solo un anno a Madrid, poi l'epopea Inter
Con la maglia del Real Madrid giocherà solo una stagione, disputando 30 gare condite da 2 reti, ma non si esprimerà ai livelli visti in giallorosso. E il primo agosto 2005 diventerà un giocatore dell'Inter, che verserà 16 milioni di euro ai blancos. Alla Milano nerazzurra legherà praticamente tutto il resto della sua carriera, disputando ben nove stagioni consecutive dove vincerà quasi tutto. 4 Supercoppe italiane, 5 scudetti (di cui 4 di seguito), 3 Coppe Italia, ma soprattutto la storica Champions League alzata nel 2010, anno del clamoroso Triplete nerazzurro, al Bernabeu contro il Bayern Monaco. Con l'Inter vincerà 13 trofei totali, mettendo a referto 236 partite con ben 17 gol, prima di lasciare Appiano Gentile nel 2014.
La carriera dopo l'Inter
Dopo i nerazzurri, nel 2014, è la volta dell'avventura in Svizzera al Basilea. Con la squadra elvetica vincerà due campionati, con 44 partite giocate e 3 gol realizzati prima di appendere gli scarpini al chiodo e ritirarsi nel 2016. Diventa osservatore per l'Inter nella stessa estate, entrando da novembre (e fino al maggio 2017) nello staff tecnico di Stefano Pioli, che lascerà a giugno per diventare vice di Pierluigi Tani sulla panchina del Lugano. Nell'aprile 2018, a seguito dell'esonero del tecnico svizzero, entrerà nello staff tecnico della Nazionale argentina di Lionel Scaloni, ruolo occupato tuttora.
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