Storia del Buffon bis alla Juve: inizio da fenomeno, chiusura da leggenda

Gianluigi Buffon, portiere della Juventus
Gianluigi Buffon, portiere della Juventus / Soccrates Images/Getty Images
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Per Gianluigi Buffon è arrivata la fine della sua seconda avventura in bianconero. E stavolta la decisione pare definitiva. Si è congedato dalla squadra, dai compagni e dai tifosi con un umile: “È giusto che tolga il disturbo, è finito un ciclo”. Eppure, al di là di quelle parole, è riuscito ancora una volta a fare la differenza, prendendosi la scena da protagonista assoluto al Mapei Stadium. Siamo al minuto 15, Bonucci aveva appena steso Raspadori in area, l’arbitro fischia il rigore. Berardi non ne aveva mai sbagliato uno in stagione. Ma ancora non si era trovato davanti quel muro chiamato Buffon. Quest’ultimo lo ipnotizza, disinnescando la carica dell’attaccante neroverde. Il risultato è una meravigliosa parata. Ed è solo l’inizio del suo show, con interventi decisivi che tengono a galla i bianconeri nei momenti più duri della partita.

A 43 anni, 3 mesi e 14 giorni non solo Buffon è sempre decisivo – dimostrando che ancora oggi ha pochi rivali – ma stabilisce l’ennesimo record: è il portiere più anziano a parare un rigore nella massima divisione italiana. Ha strappato il primato a Marco Ballotta, decisivo su Ferrante in Ascoli-Lazio del 7 maggio 2007 dove aveva parato un rigore a 42 anni, 1 mese e 4 giorni. Un record che si va a sommare agli altri detenuti dal campione juventino: è il più presente in Serie A in assoluto (656) e con la Juventus (489) e pure in Nazionale (176), è il primo calciatore ad aver vinto lo Scudetto per ben 10 volte, ha la striscia di imbattibilità più lunga della Serie A (circa 975 minuti), ha superato le 1000 presenze in carriera, per un calciatore italiano, in tutte le competizioni.

Gianluigi Buffon
Il rigore parato a Berardi da Buffon / Alessandro Sabattini/Getty Images

E tutti questi primati sono stati battuti grazie anche al suo ritorno a Torino dopo la stagione in Francia. Quando Andrea Agnelli l’ha chiamato, Buffon non ci ha pensato due volte a fare le valige e a tornare a quella che lui definisce casa. Lì dove sperava di ritrovare quelle emozioni e quegli stimoli che aveva quando era solo un ragazzo che voleva spaccare il mondo. Accettando un ruolo da secondo, scegliendo quella maglia che l’aveva reso grande al Parma: la 77.

Nella seconda avventura alla Juventus era il secondo violino, il sostituto dell'attore protagonista. Le partite giocate sono state poche: 15 la scorsa stagione (9 in Serie A, 5 in Coppa Italia e 1 in Champions) e 13 in questa (8 in Serie A, 4 in Coppa Italia, 1 in Champions). Eppure, come visto anche nella partita contro il Sassuolo, quando ha difeso la porta bianconera lo ha fatto da gran fuoriclasse. Perché questo distingue un ottimo giocatore da un fuoriclasse: la capacità di essere sempre decisivo, anche giocando poco. Soprattutto quest’anno perché tutte le volte che ha giocato i bianconeri non hanno mai perso: undici vittorie, due pareggi e zero sconfitte per la Juventus. E la domanda sorge spontanea: e se avesse giocato di più, dove sarebbe adesso il club bianconero?

Gianluigi Buffon
Gianluigi Buffon, fuoriclasse tra i portieri / Alessandro Sabattini/Getty Images

Ma l’importanza di Buffon non si registra solo nei record. Quando tornò nel 2019, c’erano alcuni giocatori smarriti (come Dybala) e altri nuovi a cui era necessario trasmettere il senso di appartenenza alla squadra. Una cosa che potevano fare solo i senatori che, però, scarseggiavano. Ecco che Buffon si presentava come una sorta di allenatore in seconda, in grado di unire lo spogliatoio e di dare quella leadership che non è mai mancata. Nemmeno oggi, nemmeno quando era in panchina. Lì da dove continuava a incitare senza sosta i suoi compagni.

Adesso poche partite è sarà addio. Forse necessario perché così la Juventus può rifondarsi. Ma non c’è un modo perfetto, né un tempo per farlo. Tutto quello che Buffon e la Juventus possono fare è trasformarlo in un nuovo ed entusiasmante inizio, senza mai dimenticarsi l'uno dell'altra.


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