Stadi al 50% in zona bianca: giusto compromesso tra sicurezza e voglia di ripartire?

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi / Ivan Romano/Getty Images
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Dopo quasi due anni di stadi vuoti la Serie A aveva già ricevuto la certezza che la stagione 2021/22 sarebbe ripartita con il pubblico sugli spalti, ma solo nella misura delle 1000 persone all'aperto come avvenne durante una piccola parte dello scorso campionato. Troppo poco per le disastrate casse delle società di A, che hanno chiesto a gran voce la riapertura degli stadi pressochè totale e a prescindere dalla capienza.

Italy Euro 2020 Victory Parade
Via del Corso durante la parata per l'Italia campione d'Europa / Antonio Masiello/Getty Images

Una richiesta lecita, in verità, ma che inevitabilmente va a scontrarsi con una situazione Covid che, dopo aver conosciuto un grosso calo in estate, sta purtroppo tornando a farsi sentire con un aumento sensibile dei contagi causato dalla variante Delta. La buona notizia è che l'avanzare della campagna vaccinale, fortunatamente, ha sensibilmente ridotto i decessi e le ospedalizzazioni. E dopo quanto deciso ieri dal Governo, proprio grazie ai vaccini e al Green Pass, la Serie A ha registrato una parziale vittoria: gli impianti, in zona bianca, saranno riaperti per il 50% della capienza ma solo a chi è dotato di Green Pass (che viene rilasciato dopo aver superato l'infezione Covid, essersi vaccinati con almeno una dose o esibire un tampone negativo).

Una decisione giusta, a nostro avviso, perché riaprire tutto indistintamente e senza tenere conto della situazione epidemiologica sarebbe un grosso errore. A prescindere da quello che possono pensare le società di Serie A - o meglio le loro casse 'piangenti' -. Perchè se si è arrivati a questo punto, e cioè ad una una bolla economica scoppiata causa Covid solo un po' prima del previsto, la colpa è di chi gestisce questo meraviglioso sport. Partite con il 50% dei tifosi, tutto sommato, potranno restituirci un po' di normalità in attesa di tempi migliori, perché allo stato delle cose... l'uscita dalla pandemia non sarà affatto breve.


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