Spalletti: "Il Milan può essere più forte, non più motivato. Scudetto? Giochiamocelo"
Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa in vista del delicato match Scudetto contro il Milan, valido per la 28a giornata di Serie A. Le dichiarazioni rilasciate dall'allenatore del Napoli alla vigilia.
CONDIZIONE - "Chi sta meglio non lo so, lo dirà la partita, noi stiamo meglio possibile, parlo per la mia squadra. Noi siamo al top delle nostre possibilità per giocare".
MERITI - "Noi abbiamo avuto tanti infortuni, penso pure il Milan, abbiamo dovuto sistemare tante cose, qui c'è stata la bravura dei giocatori, contagiati non solo per il Covid ma anche nel distribuirsi le qualità nelle staffette. Noi abbiamo costruito nelle difficoltà la forza della squadra, poi su altre situazioni non trovo altro e faccio i complimenti al Milan per il percorso di Pioli negli anni, ha costruito una grande squadra con Massara che conosco bene, con Maldini ho parlato diverse volte, sono un club forte".
SENSAZIONI - "Le mie sensazioni sono buone, non so quelle degli altri, ma non possono essere più motivati di noi. Insieme alla squadra stiamo costruendo una bella squadra, tutti insieme, includo anche il pubblico che ci caratterizza nell'essere napoletani. Insieme al pubblico c'è anche il nome di Maradona, mettiamoci anche la sua benedizione già che ci siamo e l'abbiamo già provato quest'anno, sarà una bella notte".
GOL DI FABIAN RUIZ - "E' sempre l'etica del lavoro che fa la differenza, le sensazioni erano diverse dopo Cagliari, si parlava di cose opposte, ora è il contrario ma deve esserci un modo di lavoro corretto. Funziona così nel nostro lavoro, quando hai tutto contro devi tirare fuori qualcosa per determinare delle reazioni, si parla di cose misteriose da tirar fuori. Sinistro di Fabian? Quello si era già visto, non si era vista l'imbucata di Ounas, e c'è da vedere... Insigne è sempre lì e le riprende le sue forme, momentaneamente nascoste, lui poi le tira fuori. Oppure la determinazione della squadra di diventare più fisica in qualche momento, strappando il pallone, oltre a giocare a calcio".
SPALLETTI ALLO SPECCHIO - "Io la mattina mi faccio i capelli, non la barba (ride, ndr), non c'entra essere bravo o no, bravi sono quelli che lavorano sempre in un certo modo al campo. in base a quello che è successo non cambiano umore o obiettivi, i professionisti. Spesso si dice i miei ragazzi, io dico i miei professionisti che rendono conto al sentimento di una città come quella di Napoli e anche se stanno zitti dentro brucia come il Vesuvio, la differenza la fanno loro. Bisogna trasformare questa qualità anche in altre cose, ma il materiale è difficile cambiarlo, ma tu ci puoi mettere mano e modificare qualcosa".
SCUDETTO - "La posso pronunciare sempre, non è un problema. Vogliamo giocarci le nostre possibilità, sappiamo che ci giochiamo moltissimo, abbiamo la possibilità di rendere immortali le nostre carriere e robe del genere. Lo dissi già, essere dimenticati velocemente oppure ricordati per sempre, ma è tutto da giocare contro squadre fortissime al nostro stesso livello e dipenderà da molti fattori. Possono essere più forti di noi, ma è difficile che siano più motivati di noi"
VOCI DI INIZIO STAGIONE - "Tutti dicevate prima o poi litigherà con quello, con quell'altro. Se dall'altra parte si sbaglia qualcosa, io devo rimanere della mia posizione. Ad esempio Victor andava troppo sugli avversari, ora c'è un miglioramento da parte sua, alcune cose devi portarle dietro ed altre lasciarle perché non fanno bene. Lui ha messo da parte certe cose, oppure le reazioni della squadra nevrotiche non ne vedo più, la squadra ragiona e accetta ciò che è imposto ed aspetta il momento giusto per invertire la situazione. E' una maturità della squadra".
INSIDIE DELLA PARTITA - "Oltre alle giocate, all'intuito al talento, c'è bisogno di riempire la partita con più impatto fisico. Il Milan è forte, ha caratteristiche con l'uscita corta alternata a quella lunga, loro ogni tanto riportano palla dal portiere e poi la mette alle spalle della linea difensiva perché cerchi di essere corto e stretto e lui tira la pallata dall'altra parte dove ha giocatori velocissimi e ribalta l'azione, un po' quello che facciamo noi con Osimhen. Dobbiamo stare attenti, alternare un po' tutte le qualità di cui il calcio moderno ormai è pieno, non è solo essere ordinati e stretti, ma anche sapersi allungare ed aprire e tirare queste sventagliate uno contro uno in giro con fisicità e corsa".
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