Un software per fare il mercato: perché l'idea dello Spezia funzionerà
L'avvento della famiglia Platek a capo della Spezia porterà a una rivoluzione. Cambierà il modo di respirare e vivere il calcio, con uno sguardo orientato costantemente al futuro. Oltre ai 15 milioni di euro stanziati per il progetto triennale di restyling dello stadio Picco, gli imprenditori statunitensi hanno introdotto un sistema innovativo per la ricerca di giovani talenti e le scelte da compiere in sede di calciomercato. L'idea del club ligure è quella di affidarsi ad algoritmi e statistiche che implementeranno la rete scouting e alcune aree dirigenziali.
Della serie: la tecnologia sostituirà l'uomo. Almeno in parte, perché il network-mercato 2.0 sarà gestito da Riccardo Pecini, celebre scopritore di fenomeni del calibro di Kylian Mbappé e Mauro Icardi (portati rispettivamente al Monaco e al Barcellona tanti anni fa). Pecini sarà un ds atipico, il quale dovrà coordinare l'intuizione che da sempre lo contraddistingue all'oggettività dei dati forniti da un'agenzia esterna allo Spezia, di proprietà dell'ex Genoa Francesco Bega. Il software si rivelerà uno strumento affidabile e (quasi) infallibile, sul modello di quello adottato da numerose società inglesi (su tutte il Brentford). Dirigenti e allenatori saranno agevolati dall'utilizzo di questa macchina, che confermerà la valutazione di ogni potenziale acquisto, fatta di persona o tramite video. Non esistono pro e contro, perché si tratta di un meccanismo che considera sia la qualità dell'uomo sia la funzionalità della tecnologia. Nel caso dello Spezia, l'ultima parola spetterà al tecnico Vincenzo Italiano.
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