Sì, adesso la Juve vince e convince! A Genova prime forme di Sarrismo bianconero. E Pjanic è in forma Barcellona
Alla fine, se ci pensiamo bene, sono state tre grandissime giocate individuali a indirizzare e a decidere la partita ma bisogna anche valutare come quel pallone, prima di finire nel sacco o nei piedi di Dybala, Cristiano Ronaldo e Douglas Costa, sia arrivato lì.
La Juventus torna da Genova con qualche convinzione in più e con un'etichetta nuova, più vicina allo stille sarrista. I bianconeri ieri hanno disputato una grandissima partita, convincendo praticamente per tutta la gara. Pochissimi minuti di sofferenza, il gol del Genoa arrivato sull'unico tiro in porta dei rossoblù e anche a causa di un mezzo errore tra Bonucci e Cuadrado, fin lì perfetti. La Juve è tornata ad essere la miglior difesa del campionato, complice anche la grande intesa tra De Ligt e Bonucci e il grande sacrificio dei suoi calciatori.
La Juve sarrista sta prendendo forma. "Sono stato preso per il culo per aver perso una Coppa Italia ai rigori ma avevo detto che la squadra mi era sembrata cambiata dal ritorno dopo il lockdown e lo si è visto anche oggi che sta ritrovando una condizione fisica migliore" le parole di un orgoglioso Maurizio Sarri in conferenza stampa. La Juve ha stupito tutti, forse anche lo stesso tecnico bianconero. Azioni manovrate sempre partendo dal basso, ritmi alti, palla che viaggiava ad alte velocità con tocchi di prima e belle triangolazioni tra i bianconeri, grande aggressività, squadra corta e difesa alta.
La Juve si prepara all'arrivo di Arthur, giocatore ideale per questo tipo di calcio e saluta Miralem Pjanic, autore ieri di una grande gara. C'era grande attesa per la prova del bosniaco che è salito in cattedra con una prestazione maiuscola, la migliore da qualche mese a questa parte. Il trasferimento al Barcellona, ora ufficializzato, gli ha fatto bene? Non c'è spazio però per i rimpianti. Cederlo, era la cosa giusta: un giocatore che non ha mai convinto al 100% e che non ha mai avuto grandissima continuità nonostante tanti alti nel corso dei suoi anni in bianconero. Il difficile, anche per Mire, viene adesso.
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