Serie A tra le proposte dei fondi e quella di De Laurentiis: come possono cambiare i diritti tv

ALBERTO PIZZOLI/Getty Images
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Lunedì 20 luglio potrà essere una giornata fondamentale per il calcio italiano. Per quel giorno, infatti, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha invitato i suoi omologhi e colleghi di Serie A per un pranzo all'Hotel Ritz di Roma in cui illustrerà la proposta di un progetto di produzione e distribuzione delle gare del campionato italiano.

Ivan Romano/Getty Images

Sull'onda della proposta del presidente di Lega Paolo Dal Pino, cioè quella di creare una media company: soluzione già approvata all'unanimità nell'ultima assemblea di Lega. Il presidente De Laurentiis - secondo la Gazzetta dello Sport - non vorrebbe partner esterni, ma un modello autonomo che possa vendere a più broadcaster l'evento partita in modo da aumentare gli incassi. Saranno presenti Roma, Inter e Milan, ma non la Juve che lunedì sera sarà impegnata a Torino contro la Lazio. Con il divieto reintrodotto dal Consiglio di Stato sul divieto di esclusività sul web fino al 2022 per Sky, cade la possibilità da parte della pay tv di replicare l'offerta da 800 milioni con cui detiene i diritti per il triennio 2019-21. Per quello successivo potrebbero entrare in gioco Dazn, Amazon Prime e Tim Vision.

Ma non è tutto, perchè il presidente Dal Pino ha invitato ben 7 fondi: Wanda, Bain Capital, Advent, General Atlantic, Tpg, Apollo e Cvc, ai quali però chiede obblighi stringenti: come la partecipazione azionaria nel limite del 15% del capitale da cedere alla Lega di Serie A. Milano Finanza, però, ha spiegato come tutti questi fondi sarebbero orientati a finanziare un canale esterno, o una nuova società, che resterebbe controllata totalmente dalla Lega.


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