Serie A, stadi riaperti? Sì, ma saranno riservati solo ai "vip"
Ora che l'emergenza coronavirus è tornata sotto controllo, con il campionato di Serie A pronto a ripartire - ma a porte chiuse - a metà giugno, si comincia già a pensare al futuro ritorno dei tifosi sugli spalti, come rivelato anche dalle parole della sottosegretaria del Ministero della Salute Sandra Zampa. Se non sarà per questo finale di stagione, almeno per la prossima.
Ora il protocollo prevede per ogni impianto un massimo di 300 persone totali, tra calciatori e staff tecnici delle rispettive squadre, gli arbitri, gli steward e gli addetti delle emittenti tv. E c'è un particolare settore degli stadi che negli ultimi tempi ha acquisito sempre maggior importanza: le aree hospitality. Come spiegato dall'edizione odierna del Corriere dello Sport, infatti, quasi tutti gli impianti hanno subito restyling prevedendo un aumento in tribuna dei cosiddetti posti Vip, con sky box, ristoranti e lounge bar. Una scelta di natura economica per aumentare i ricavi il giorno della partita: tra sponsor e partner che acquistano acquistano i posti migliori - proprio nelle aree hospitality - a cifre superiori rispetto a quelle degli abbonamenti di altri settori. E l'equazione che ne segue è alquanto facile: più aumenti questo tipo di posti, più aumenti i ricavi.
Le ultime ad adeguarsi in questo senso sono state Genoa e Sampdoria, che hanno apportato migliorie significative alla tribuna del Ferraris. Saranno queste le tipologie di posti che riapriranno al pubblico per prime, ma il problema è un altro: i posti hospitality in quasi tutti gli stadi di Serie A hanno una percentuale bassa, del 3/4%, tranne i nuovi impianti (come lo Juventus Stadium) che tocca il 10%.
Segui 90min su Facebook, Instagram e Telegram per restare aggiornato sulle ultime news dal mondo della Serie A!