Serie A 2020/2021 a gironi con playoff e playout: i pro e i contro di questa formula

AS Roma v Brescia Calcio - Serie A
AS Roma v Brescia Calcio - Serie A / Silvia Lore/Getty Images
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Alla fine di questa settimana, la Serie A 2019/2020 andrà in archivio. Una stagione sui generis che, causa stop per pandemia, sta finendo in un mese in cui solitamente inizia, ovvero agosto. Una fine che potrebbe portare a conseguenze clamorose per la prossima Serie A. Nonostante, infatti, si fosse deciso che la stagione 2020/2021 sarebbe partita il 12 settembre come in Inghilterra e in Spagna, più di qualche presidente starebbe facendo dietrofront . Da qui, dunque, l'idea rivoluzionaria del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, che starebbe pensando a una Serie A a gironi (5 da 4 squadre o 2 da 10) con playoff tra le prime 6 di ciascun gruppo e playout tra le ultime 4. In questo modo si riuscirebbe a chiudere in tempo per l'Europeo 2021. Analizziamo, tuttavia, i pro e i contro di questa formula.

PRO

Italian Football Federation 'Panchina D'Oro' Prize
Italian Football Federation 'Panchina D'Oro' Prize / Gabriele Maltinti/Getty Images

Come detto, questa formula rivoluzionaria avrebbe come grande pro quello di permettere alla Serie A di non sforare le date previste per il già rinviato Europeo. Se, infatti, si attuasse l'idea di De Laurentiis e di altri presidenti di cominciare a ottobre, andrebbero fatti i salti mortali per chiudere in tempo. Con la nuova formula, invece, le partite non sarebbero ogni giorno come già accaduto durante questi due mesi, ma, anzi, le squadre avrebbero tutto il tempo di riposarsi e preparare il match successivo.

Riposo necessario per assistere a partite di qualità, a un campionato di qualità. Quante volte, infatti, quest'estate, abbiamo visto partite di Serie A con squadre fisicamente a terra? Troppe. In questo caso non c'era alternativa, qui si. Inoltre il riposo è fondamentale proprio in vista dell'Europeo. Il rischio sarebbe di vedere l'Italia (e i giocatori europei militanti nel nostro campionato) molto più affaticata delle altre nazionali e, dopo la mancata qualificazione al Mondiale, siamo tutti stanchi di assistere a figuracce.

La nuova formula, infine, avrebbe come ulteriore pro quello relativo alla competitività. Ci spieghiamo. In tornei di questo genere si assiste sempre a sorprese clamorose. E' un continuo dentro o fuori, con le formazioni meno blasonate che non hanno nulla da perdere, mentre, al contrario, le big sì e, quindi, cadono non riuscendo a reggere la troppa pressione. Se la Serie A di quest'anno fosse stata caratterizzata da questa formula, durante la prima parte avremmo assistito a due mini tornei da 10 squadre in cui, per esempio, il Cagliari di Maran si sarebbe qualificato per i playoff dove, perchè no, avrebbe potuto agire da mina vacante, mentre il Milan di Giampaolo/Pioli sarebbe dovuto passare per i playout.

CONTRO

FIGC Press Conference
FIGC Press Conference / Paolo Bruno/Getty Images

Il contro, in realtà, è solo uno. Con questo nuovo format, la Serie A sarebbe completamente snaturata. Il campionato italiano, infatti, eccezion fatta per le primissime edizioni, quelle prima del 1929/1930, non si è mai disputato con una formula simile e, se già ora alcuni parlano di torneo falsato per via della ripresa che ha cambiato alcune carte in tavola (vedi Lazio e Milan, per esempio), figurarsi quanti avrebbero da che ridire se si attuasse realmente la formula pensata da Gravina. Sarebbero, infatti, moltissime le proteste, per esempio, se la Juventus dovesse perdere lo Scudetto dopo 9 anni. Sembrerebbe che a chiudere la striscia sia stata la formula più che una squadra migliore di quella bianconera. O, riprendendo uno degli esempi precedenti, non sarebbero da biasimare nemmeno le proteste del Milan (o di una big in generale) in caso di playout.

Sempre a tal proposito, poi, permangono diversi dubbi riguardo all'organizzazione. Le formazioni come sarebbero divise? Secondo canoni riguardanti la classifica, la vicinanza geografica o altro? Il rischio enorme sarebbe quello di fare gironi con pochissimo equilibrio e che potrebbero penalizzare diversi club. Come sarebbero decise, poi, le posizioni finali necessari per capire chi disputerà i gironi di Europa League e chi, invece, dovrà passare dai preliminari? Posizioni necessarie anche per il ranking per la Coppa Italia dell'anno successivo. Tanti, troppi dubbi.


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