Serie A a 18 squadre? Saltano fuori i primi problemi (economici)

Serie A
Serie A / Andrea Staccioli/Getty Images
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Ormai da diverso tempo la Lega Calcio studia una strategia per rinnovare la Serie A. L'obiettivo è quello di aumentare il numero di spettatori e il seguito generale del campionato italiano.

Per raggiungere tale traguardo, ha iniziato a prendere piede l'idea di una Serie A a dimensioni ridotte, cioè con 18 squadre, anziché 20; con playoff Scudetto tra i migliori 6/8 club e i playout per le retrocessioni.

A tal proposito, la Lega si è rivolta a Deloitte, azienda esperta in analisi di mercato e consulenza, commissionandole uno studio sull'impatto, soprattutto economico, che quest'innovazione avrebbe sul nostro calcio.

Nella serata di ieri si è quindi tenuta la riunione in cui sarebbero stati esposti i risultati di tale analisi. Tenendo conto che la riforma partirebbe dal 2023/24, Deloitte ha evidenziato che una Serie A a 18 squadre alzerebbe di certo il livello medio del campionato, ma allo stesso tempo un minor numero di partite comporterebbe meno spettatori e soprattutto meno sponsor.

Perciò, un format ridotto porterebbe meno ricavi nel tempo immediato, però la situazione potrebbe migliorare col passare del tempo. Per convincere i più scettici della validità della proposta, sono stati fatti gli esempi di Bundesliga e Ligue 1: due campionati economicamente in salute (anche se i francesi negli ultimi 18 mesi stanno trovando ostacoli sul fronte dei diritti tv) nonostante siano da sempre a 18 squadre.

In base a quanto si apprende da Calcio e Finanza, il Presidente della FIGC Gabriele Gravina, uno dei principali promotori della rivoluzione, ha invitato i presidenti delle diverse società di A a non ragionare in termini individualistici, ma di considerare il giovamento che tale riforma porterebbe all'intero sistema.

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina, Presidente della FIGC / Claudio Villa/Getty Images

I club favorevoli a un format a 18 squadre sono i 5-6 più ricchi e potenti; le altre non intendono rinunciare facilmente ai grandi guadagni legati a sponsor e diritti tv. Inoltre, per molte società il modello di riferimento dovrebbero essere la Premier League e LaLiga, quelli che probabilmente sono i campionati più amati e seguiti al mondo. In Inghilterra e Spagna ci sono stabilmente 20 partecipanti e non intendono minimamente modificare la situazione.

Calcio e Finanza rivela inoltre che per la giornata di domani è previsto a Roma un ulteriore incontro tra i 20 presidenti, convocato direttamente da Gravina. Ad oggi, la Serie A non ha ancora una posizione unitaria e organica sull'argomento.


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