"Se non vinco, verrà un altro allenatore": è il reale pensiero di Xavi?
I problemi economici e una campagna acquisti faraonica, il processo di transizione e la necessità di risultati subito. Il Barcellona vive da qualche mese a questa parte una contraddizione continua e sta cercando di rimanere fuori con le unghie dall'ennesimo periodo di crisi.
La settimana peggiore che potesse essere vissuta (esoneri a parte) da un allenatore, l'ha vissuta Xavi Hernandez. C'è ancora una flebile luce di speranza, ma la qualificazione agli Ottavi di Champions League è nelle mani dell'Inter, a cui basterà battere il Viktoria Plzen per passare il turno. Dopo un anno è tornato con un tempismo frastornante il Purgatorio (per una squadra del livello e con la storia del Barça) Europa League.
La sconfitta a San Siro e il pareggio a metà tra lo spettacolo e il disastro del Camp Nou, ha portato alla luce tutte le fragilità del Barcellona. Nel Clasico, che i blaugrana hanno provato ad affrontare con il giusto approccio, il Real si è dimostrato almeno di una categoria superiore. Sia per valore assoluto dei singoli, sia ovviamente per l'armonia nel gioco tra calciatori che si conoscono da anni e che hanno già dominato in questo tipo di gare sia in patria che in Europa.
Per il nuovo Barcellona vincere queste gare è quasi un discorso inedito, figurarsi dominarle. Il Clasico vinto per 4-0 della stagione precedente, a posteriori ha poco significato. Già l'anno scorso era servito soltanto a mandare un segnale (abbastanza debole) a un Real autore di uno storico Doblete.
"Se non vinco, arriverà un altro allenatore"
Cosa ha detto Xavi nella conferenza stampa di presentazione di Barcellona - Villarreal, poi vinta per 3-0 dai blaugrana, e perché ha fatto tanto scalpore?
"Ho questa sensazione. Devo essere onesto con i culés e con il club. Credo che abbiamo costruito una squadra per vincere titoli. Continuo con tutto l'entusiasmo del mondo, nonostante questa settimana ci siano state molte critiche. Tutti mi aiutano. Ho il telefono che sembra sia morto un mio familiare. Se non vinco ci saranno conseguenze, però con tranquillità. Credo ci sia una per vincere titoli. Se non vinco, arriverà un altro allenatore a provarci."
- Xavi in conferenza stampa
Il Barcellona ha veramente una rosa per vincere? E vincere cosa? La Champions sembra fuori discussione dato che in notti così la squadra di Xavi ha fatto difficoltà contro un Inter in un momento tutt'altro che positivo e con un paio di assenze importante. La Liga? L'inizio esaltante con 7 vittorie e un pareggio interrotto dalla sconfitta nel Clasico. Contro il Villarreal è arrivata un'altra convincente vittoria in risposta al periodo negativo; i blaugrana hanno totalizzato 25 punti nelle prime 10 giornate. Un bottino da corsa per il titolo con un solo problema, in Spagna c'è questo Real Madrid.
Una squadra insaziabile, equilibrata, armonica e con individualità tra le migliori del mondo. Il tecnico del Barcellona è stato criticato per essere diventato quello con la peggior percentuale di vittorie degli ultimi 7 sulla panchina del Camp Nou, ma come può essere additato a maggiore colpevole di questa situazione?
Mettersi al passo di un Real Madrid che lascia l'impressione di essere perfetto trasferendo nella propria città un solo campione di caratura mondiale (Robert Lewandowski) e tanti altri buoni calciatori non è assolutamente banale. I ritmi a cui corrono i blancos, la maturità dimostrata in ogni tipo di gara, l'alchimia in campo tra i giocatori non sono fattori che si costruiscono e sviluppano in pochi mesi.
Le critiche piovono e possono essere comprensibili se collegate alle brutte figure in Champions League, meno se le si allarga a tutta la stagione, la cui prima parte in Liga sta andando molto bene.
Perché Xavi allora fa all-in mettendosi di fatto sul lastrico in una sorta di "se non vinco cacciatemi"? Potrebbe riferirsi all'ormai nota sincerità che mostra in conferenza stampa, ma anche a un modo per spronare i suoi calciatori a lasciare sul campo più di ciò che hanno, a scaldare un ambiente che l'ultima settimana è stato raffreddato da diverse docce a temperature non gradite. Dopo poco più di due mesi Xavi esce ancor di più allo scoperto, punta la Liga e scommette se stesso.