"Lo Scudetto dell'Inter è anche un po' mio". Dalla Champions ai singoli: perché Spalletti ha ragione
Luciano Spalletti si prepara al ritorno a San Siro. Questa volta da avversario, dopo aver guidato l'Inter dal 2017 a 2019 ed averla poi lasciata (contro la sua volontà) in eredità ad Antonio Conte. Come riporta oggi il Corriere dello Sport, l'attuale tecnico del Napoli ha voluto mandare un messaggio ai tifosi nerazzurri: "Spero non mi fischino. Non ce ne sarebbe motivo. Dopotutto qualcosa di buono l’ho fatto pure io lassù. Sì, lo Scudetto l’ha vinto Conte. Complimenti. Ma qualche mattoncino di quel gruppo l’ho messo io, non se ne saranno dimenticati?".
E come dargli torto? Dopo tante annate nell'oblio e immerso nelle difficoltà, con Spalletti in panchina l'Inter è tornata 'A riveder le stelle' (come recitava il claim della società nerazzurra proprio in una delle stagioni sotto la guida del tecnico toscano). La qualificazione in Champions League per due anni consecutivi - dopo tanti di assenza - ne è la migliore rappresentazione: quello era l'obiettivo che Suning aveva dato all'allenatore di Certaldo. E che il tecnico ha centrato, seppur con il rimorso di aver lasciato in corsa una squadra plasmata al vincente Conte, che l'ha poi portata sul tetto d'Italia completando l'ottimo lavoro.
Il tecnico di Certaldo non è da apprezzare solo per quanto fatto in campo con la squadra, ma anche per quanto fatto fuori: difficile non citare il 'caso Icardi', l'addio alla fascia e il conseguente divorzio. Senza dimenticare che è stato sempre lui ad aver rilanciato dei singoli come Marcelo Brozovic, il pupillo Ivan Perisic e Milan Skriniar, tre colonne portanti dello scudetto contiano. Quindi sì, nel complesso Spalletti ha ragione: lo Scudetto dell'Inter è anche un po' suo.
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