Sacchi: "Pirlo è un bel rischio ma la Juve dovrà supportarlo, non come con Sarri. Conte? Vi dico cosa ne penso"
Arrigo Sacchi, ex ct della Nazionale italiana ed ex allenatore del Milan, è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per commentare la scelta della Juventus di affidare la panchina ad Andrea Pirlo.
Ecco le sue dichiarazioni:
SU PIRLO - "Sorpreso? Sì, ma anche contento. Ho sempre ammirato chi si prende dei rischi, e in questo caso se li sono presi sia i dirigenti sia Pirlo. E' una scommessa che può essere vincente, però a un patto. Che la società segua le idee dell’allenatore, che lo supporti e che ne condivida le scelte di mercato. Non com’è stato con Sarri, per intenderci. Perché ho sempre pensato che i giocatori non li deve acquistare il direttore sportivo, bensì l’allenatore: è lui che ci lavora tutti i giorni, è lui che sa che cosa gli serve. Quindi la Juve ascolti Pirlo e ne accontenti i desideri".
ESPERIENZA - "Io, quando arrivai al Milan, venni battezzato “il Signor Nessuno”. Fu difficile cancellare quell’etichetta, ma grazie all’aiuto della società ci riuscii. Pirlo è stato un grandissimo campione, dunque non è un Signor Nessuno e parte avvantaggiato, però si tenga ben presente una cosa: tra giocare e allenare c’è un abisso. Tanto per fare un esempio: io ho avuto bravissimi calciatori che sapevano applicare perfettamente il pressing e, quando si sono seduti in panchina, non erano in grado di insegnarlo".
CONTE - "Giusto così. Antonio è già un grande allenatore, non ha bisogno di dimostrare nulla e può ancora migliorare. In una stagione ha rivoltato l’Inter come un calzino, è stato attaccato alla Juve in campionato, ha raggiunto la finale di Europa League. Insomma, sta costruendo e io vedo le fondamenta del palazzo che in mente. L’Inter ha fatto notevoli passi in avanti. Non è dai risultati che si giudica un allenatore, ma dalla bellezza che riesce a creare e dall’entusiasmo che suscita. Mi pare che tra i tifosi dell’Inter, quando si nomina Conte, ci sia parecchio entusiasmo, o sbaglio?".
INSEGNAMENTI - "Forse qualcosa ha appreso dai miei metodi. Una volta mi ha confessato che, al Mondiale del 1994, dopo gli allenamenti saliva in camera e scriveva su un quaderno gli esercizi tecnici che gli avevo fatto eseguire. E’ un meticoloso, nulla viene lasciato al caso e tutto deve sempre essere sotto il suo controllo. L’Inter, con lui, ha trovato l’uomo giusto con il quale arrivare a grandi successi".
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