Rummenigge non risparmia Juve e Barcellona e fa un augurio al calcio italiano

Karl Heinze Rummenigge
Karl Heinze Rummenigge / Alexander Hassenstein/GettyImages
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Karl Heinze Rummenigge ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport in cui ripercorre la propria esperienza da calciatore con la maglia dell'Inter. L'ex amministratore delegato del Bayern Monaco, oggi membro del board della Uefa si è poi soffermato sui temi principali del calcio europeo, come la Superlega e le vicende giudiziarie che coinvolgono Juventus e Barcellona.

L'INTER - "Una parte significativa della mia vita, forse la più divertente. La mia Inter sono i tifosi, quella gente, il loro affetto. Ricordo una partita dell’84, il 4 a 0 alla Juve. Il mio primo gol in campionato. Fallo laterale, il pubblico si trova a cinque metri dalla linea e sento urlare “Kalle!, Kalle!”. Da pelle d’oca, una sensazione che non avevo mai provato...".

CALCIO D'ITALIA - "Negli anni 80 la Serie A era il top mondiale. In Germania abbiamo a lungo pensato che i vostri presidenti, tutti italiani, si fossero messi d’accordo per organizzare il miglior campionato al mondo: massimo due stranieri per squadra e anche per i club medio piccoli la possibilità di acquistare i campioni. Il Paese, all’epoca, stava bene. Oggi l’unico campionato vivo è la Premier, l’Inghilterra spende cifre astronomiche e in modo poco intelligente, irrazionale, gli altri Paesi vanno avanti tra sofferenze finanziarie e scandali, ma riescono ugualmente a portare a casa i trofei. Questo vuol dire che gli inglesi commettono errori pazzeschi, il loro è un mercato fuori controllo".

SUPERLEGA - "Totalmente in disaccordo. Non a caso l’idea è venuta a tre club con enormi problemi di liquidità. Puntavano a ottenere ricavi importanti in tempi rapidi. Ora la proposta della Superlega è passata da 20 a 80 squadre, ma il calcio non reggerebbe uno stravolgimento così radicale. Quello che invece bisogna cambiare, e in fretta, è il Fair Play Finanziario, dovrà essere più rigido. I club sono costantemente sotto la pressione dei tifosi e dei media che impongono di spendere e spendere. Ma il calcio è l’unica industria che produce solo perdite… (fa una pausa)".

Florentino Perez
Florentino Perez / Marc Piasecki/GettyImages

LA JUVE - "Leggendo cosa aveva combinato la Juve non ci potevo credere, mai sentita una cosa simile in vita mia. La Juve è una società importantissima, di riferimento per il calcio italiano e europeo, si è fatta un clamoroso autogol, sono comunque sicuro che sarà in grado di ricostruirsi. Nei tempi giusti".

CASO BARCELLONA - "Mi credi se ti dico che ho riso leggendo questa notizia. La cosa però non mi stupisce: ogni volta che giocavamo in Spagna avvertivo una strana sensazione. Sono cose inaccettabili che non investono soltanto il torneo nazionale. Anche il tema arbitrale va affrontato con molta serietà. E rispetto".

NAPOLI - "Mi piace il Napoli, e mi piace Osimhen, anche l’allenatore mi piace parecchio. Lo incontrai il giorno del matrimonio di mia figlia. Festa al castello di Giffoni, Spalletti aveva casa da quelle parti e casualmente ci trovammo. Bevemmo un espresso e parlammo di calcio, naturalmente. Nel Napoli si nota la sua mano, non si può dire che abbia giocatori famosi, di nome, e questo dà ancora più valore al suo lavoro".

STADI - "Fino a quando gli stadi saranno di proprietà dei comuni le cose non potranno cambiare. In Germania eravamo messi come voi, il Mondiale 2006 ci permise di superare questo ostacolo e abbiamo costruito impianti bellissimi per le famiglie. L’organizzazione degli Europei 2032 potrebbe servire all’Italia per seguire il nostro esempio, io spero che vi vengano assegnati".