Roma, il rapporto di Mourinho con i raccattapalle

José Mourinho
José Mourinho / ALBERTO PIZZOLI/Getty Images
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La Roma dimentica la débâcle di Verona e torna alla vittoria. Ai giallorossi basta il gol siglato nel primo tempo da Tammy Abraham per avere la meglio sull'Udinese e balzare nelle zone alte della classifica.

Ieri sera, i ragazzi di José Mourinho non hanno offerto una prestazione memorabile, ma una grande squadra, per essere tale, deve riuscire a vincere anche nelle giornate no. C'è stato però un dettaglio ad attirare la nostra attenzione. Nessun'azione in particolare, nessun dribbling, nessuna giocata: è qualcosa che è successo fuori dal rettangolo di gioco, più precisamente a bordocampo.

Abbiamo infatti notato che, quando il pallone finiva in rimessa laterale, i raccattapalle dell'Olimpico erano davvero veloci nel restituirne un altro al giocatore più vicino. Ci siamo chiesti perché questi ragazzini fossero così tanto sul pezzo e non riuscivamo a darci una spiegazione.

Poi la risposta è arrivata da sola. Dopo l'ennesima rimessa rapida, Mourinho si volta verso un raccattapalle e alza il pollice in segno di approvazione. Era tutto chiaro: prima della partita, l'allenatore portoghese deve aver chiamato a raccolta tutti i ragazzi, esortandoli a passare subito il pallone per provare a cogliere la difesa friulana di sorpresa.

Insomma, quel pollice in su voleva dire al raccattapalle di turno: "Bravo, hai fatto proprio come ti ho detto io". Ma questo non è tutto. Nel secondo tempo, l'Udinese ha spinto molto per cercare il gol del pareggio e la Roma è sembrata per lunghi tratti in affanno. A quel punto, gli scagnozzi di Mourinho hanno sensibilmente rallentato i giri del loro motore, avvicinando i palloni con molta, molta più calma rispetto al primo parziale.

È sembrato quasi che quei ragazzi fossero i metronomi dei giallorossi, dei registi che dettavano i tempi di gioco fuori dal campo. Quando i raccattapalle acceleravano, la squadra accelerava, quando c'era da andare più piano, Pellegrini &co. si adattavano al ritmo.

Lo Special One non è nuovo a questo tipo di trovate. Era già successo nel 2019, quando Mou allenava il Tottenham. In un match di Champions contro l'Olympiacos, gli Spurs hanno trovato il gol grazie a un raccattapalle, bravo nel passare la palla ad Aurier che a sua volta ha servito Lucas Moura, autore dell'assist per Harry Kane. Dopo la rete che di fatto ha regalato ai londinesi la qualificazione agli ottavi, Mourinho non si è solo complimentato personalmente con Callum Hynes (il nome del ragazzino), ma lo ha addirittura invitato nella festa di fine partita negli spogliatoi.

Alla fine della partita, il giovane si è però volatilizzato. In conferenza stampa, Mourinho ha spiegato la sparizione di Callum dicendo che che: "La mattina dopo aveva un esame di matematica ed è tornato a casa in macchina ripetendo, con una torcia accesa sul libro".

Dopo qualche giorno, il Ballboy è stato invitato al centro di allenamento degli Spurs dove ha potuto passare un'intera giornata al fianco dei suoi idoli. Nel raccontare la sua esperienza, il raccattapalle con gli occhi pieni di gioia afferma che: "Mourinho mi ha cambiato la vita".

Certo, un po' esagerato, questo denota le qualità di un allenatore capace di unire tutto l'ambiente, di far sentire tutti - anche i raccattapalle - partecipi della squadra. Se Mourinho è soprannominato lo Special One, un motivo ci sarà.


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