Roma, Pallotta costretto a restare al timone: Friedkin è sparito
In poco più di due mesi le prospettive di James Pallotta, e quindi della "sua" Roma, sono cambiate totalmente. Prima del maledetto arrivo del coronavirus, emergenza prima sanitaria e poi economica, sembrava tutto fatto per la cessione del club giallorosso a Dan Friedkin. Due diligence conclusa e firma degli accordi preliminari - propedeutici al closing definitivo - ad un passo. Ma la pandemia ha bloccato tutto, per quello che sembrava fino a poco fa uno stop necessario, ma temporaneo.
Necessario perchè si sarebbero dovuti rivedere i costi - giustamente - visto il cambio di scenario del calcio italiano fermato dal virus. Incassi del momento azzerati e dubbi su quelli futuri, con un bilancio già in perdita che ha gran bisogno di respirare. L'accordo tra Pallotta e Friedkin era stato trovato per una cifra vicina agli 800 milioni di euro, compreso anche l'aumento di capitale, ma le carte in tavola sono drammaticamente cambiate. L'attuale proprietario della Roma doveva - e deve ancora - accettare di vendere ad un prezzo più basso il pacchetto azionario del club, ma si è mostrato reticente.
E nel frattempo è arrivata un'altra brutta notizia, perchè pare che Dan Friedkin sia sparito. Alcuni suoi soci si sono chiamati fuori dall'investimento Roma, giudicato un salto nel buio vista l'attuale situazione economica. E il texano non se la sentirebbe di caricarsi da solo l'avventura nel calcio italiano. Uno dei suoi legali ha confermato a Romapress come ora siano in corso "approfondite riflessioni". Che sembrano davvero negative. E per ora la morale è questa: James Pallotta dovrà continuare ad investire in un club che ha deciso di vendere già da parecchi mesi.
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