Roma, lo Stadio non "decolla": Pallotta aspetta Friedkin, entrambi aspettano il Comune

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Ormai si può dire con certezza. Dal nuovo stadio dipenderanno il presente e soprattutto il futuro della Roma. Il club giallorosso, che prima dell'esplosione della pandemia da coronavirus stava passando nelle mani di Dan Friedkin, aspetta di capire il destino del nuovo impianto di Tor di Valle: una questione che si trascina da ben 8 anni ed ha attraversato tre Giunte comunali con un progetto revisionato.

Stefano Montesi - Corbis/Getty Images

Come rivelato dall'edizione odierna del Corriere dello Sport continua ancora l'ostruzionismo politico da parte del Movimento 5 Stelle. La riunone della maggioranza in Campidoglio prevista ieri, infatti, è stata rimandata a lunedì prossimo. Ad irritare la Roma, più che l'ennesimo rinvio, è soprattutto il fatto che il Comune un giorno sembra voler accelerare definitivamente, per poi frenare neanche ventiquattro ore dopo. La questione, in soldoni, si potrebbe spiegare così: Virginia Raggi, attuale Sindaco della Capitale, vorrebbe passare alla storia come colei che ha permesso la costruzione dello stadio, soprattutto in vista delle prossime elezioni.

Il problema, però, è uno: la Raggi non ha ancora ottenuto il numero di voti necessario a far passare in assemblea la convenzione urbanistica (il contratto con diritti e doveri del Comune e del costruttore). L'ottimismo dei giorni scorsi con i contatti tra Dan Friedkin e il miliardario ceco Vitek che vorrebbe costruire l'impianto) quindi, sta lasciando il passo ad un nuovo stallo. Un problema per la Roma, perchè lo stadio è il nodo focale per il passaggio di proprietà: Friedkin, infatti, prima di rilanciare, vuole aspettare l'evolversi della situazione.


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