Roma, la crisi economica è un'occasione per ripartire (ancora una volta)

E' un periodo d'importanza capitale quello che sta vivendo il calcio italiano, in particolar modo per la Roma. La relazione sulla situazione economica sulla situazione del club nei primi nove mesi d'esercizio mette i brividi e acuisce problemi precedenti che, però, sono stati ingigantiti dalla crisi economica scaturita dal coronavirus.

Il passivo di bilancio recita - 126 milioni di euro, una cifra monstre che non potrà che aumentare se la Serie A non dovesse essere portata a termine (ripartirà il 20 giugno, ma con l'incognità quarantena di squadra in caso di nuova positività). Ma in ogni situazione negativa se ne può sempre cavare di qualcosa buono: basta volerlo. E per la Roma questa è un'occasione imperdibile per sistemare una volta per tutte i problemi che affliggono da anni il bilancio sotto la gestione americana di James Pallotta - che in ogni caso ha già deciso di vendere -. La società da tempo spende cifre esorbitanti, e non a caso ha il terzo monte ingaggi di tutta la Serie A, per ricevere indietro il nulla: zero trofei e l'ambizione massima di arrivare quarti per entrare in Champions League e godere dei lauti introiti tv.

Nel momento in cui vi scrivo stiamo ancora scontando le follie della gestione Monchi, "capace" di spendere i tanti soldi incassati dalle cessioni di Alisson, Salah e Strootman: calciatori sostituiti con Robin Olsen, Javier Pastore/Steven N'zonzi e Patrick Schick. Risultato? La Roma, e Petrachi, stanno cercando di liberarsene a tutti i costi.

Lo stesso discorso da fare per quei giocatori dagli ingaggi pesanti e fuori dal progetto tecnico di Paulo Fonseca: vale a dire Fazio, Juan Jesus e Perotti. Nella prossima sessione di mercato gireranno pochissimi soldi, men che meno da parte della Roma. E tra scambi e prestiti, questo è certo, Petrachi non potrà sbagliare una sola mossa.

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