Roma, El Shaarawy si (ri)presenta: "Felice di essere tornato in giallorosso! Punto all'Europeo"
Forse è passato sotto traccia, ma il ritorno di Stephan El Shaarawy alla Roma può cambiare le prospettive di una stagione che finora, eccetto alcune grosse battute d'arresto, sta regalando soddisfazioni. E l'attaccante, oggi, è stato presentato ufficialmente in conferenza stampa.
Manchi da un anno e mezzo, hai giocato in un calcio diverso da quello italiano, con intensità e ritmi diversi. Hai avuto una lunga inattività e il contagio. C'è rischio di aver perso brillantezza?
"Sono stato fermo qualche mese dopo la nazionale. Mi sono allenato da solo, cercando di fare il massimo per arrivare a una buona condizione. Mi serve tempo per ritrovarla, stiamo lavorando. Abbiamo già fatto un programma, di giorno in giorno lo aggiorniamo in base alle mie sensazioni. Sicuramente c'è tanta voglia, tanto entusiasmo per ricominciare".
Fonseca ha cambiato modulo, con due trequartisti. Hai parlato con l'allenatore?
"Abbiamo avuto modo di parlare quando sono arrivato. L'attacco non è stato stravolto a livello di posizioni, io partivo largo a sinistra per accentrarmi. È un sistema di gioco simile a quello di Di Francesco. Gli ho fatto presente che sono a piena disposizione per ricoprire ogni ruolo".
Tanta concorrenza, per l'europeo ti serve giocare: stimolo o timore?
"Non è mai un timore. Ti confronti con giocatori di qualità, è uno stimolo a fare sempre meglio. Mi sono sempre confrontato con grandi giocatori. Ovviamente, più concorrenza vuol dire più qualità e più possibilità di vincere".
Dzeko ti è sembrato sereno?
"Sì, ha il sorriso. Sono contento di averlo ritrovato, così come i miei ex compagni e i nuovi. Un clima sereno".
Hai avuto una lite a Ferrara con Dzeko, che poi venne risolta. Qual è la strada migliore per riaverlo al 100%?
"Tutti conosciamo le sue qualità. Grande personalità, troverà da sé la strada per tornare a essere importante per questa Roma. Quell'episodio è nato e morto quel giorno".
Tralasciando il lato economico, ci sono stati più pregi o difetti nell'esperienza cinese?
"Diciamo che è stata un'esperienza molto particolare, condizionata dalla pandemia. I primi sei mesi mi alternai e club e nazionale, ma nonostante questo sono comunque riuscito a vincere il mio primo trofeo da protagonista. È stata una soddisfazione e un ricordo che mi porto dentro. Dopo la fine del campionato siamo stati fermi tanto tempo senza giocare partite ufficiali, a livello calcistico non è stato tanto semplice. Considerando che sono tornato dove volevo tornare dopo un anno e mezzo, è un aspetto positivo di cui sono contento".
Cosa hai notato di diverso nella Roma?
"Sono contento di ritrovare questa società. C'è stata un'accoglienza molto positiva, è come se non me ne fossi mai andato. Ho costruito più di un rapporto calcistico, ho instaurato rapporti con tantissime persone. Mi ha fatto tanto piacere ritrovare tutte le persone presenti a Trigoria e mi ha fatto piacere ricevere affetto e fiducia dal presidente e da Tiago Pinto e soprattutto dal mister, mi hanno dimostrato interesse e fiducia. Come dico sempre, sta al giocatore ripagare questa fiducia e mi auguro di farlo il prima possibile".
Nella tua ultima partita c'erano 62.000 spettatori e Dzeko era un punto fermo. Il pubblico tornerà, come vedi il rapporto con Dzeko?
"A livello di sistema di gioco non penso sia cambiato tantissimo, giochiamo con due esterni che possono venire dentro a giocare con Edin. Vedendo lo stadio vuoto, ti manca quell'incitamento, quell'affetto da parte dei tifosi che all'Olimpico sentiamo parecchio. Mi auguro possa tornare tutto alla normalità".
Quanto conta avere la proprietà qui a Trigoria?
"Credo conti tanto per tutta la squadra e per tutto l'ambiente sentire la vicinanza del presidente. Dà una spinta maggiore. Ma come sono arrivato qua ho visto grandissima disponibilità da parte di tutti, è una cosa positiva per tutti. Sta ai giocatori trovare la responsabilità di fare il proprio lavoro".
Il tuo ritorno è stato a un passo a ottobre. Perché la trattativa non andò a buon fine?
"Fu una situazione particolare, sappiamo tutti che nel calcio non sempre i tempi coincidono. Ora sono contento, entusiasta di essere tornato. Non vedo veramente l'ora di poter scrivere un altro capitolo importante con questa maglia".
Che idea ti sei fatto di questo campionato? Dove collochi la Roma?
"Non ho mai smesso di seguire la Roma, come tutta la Serie A. Questa è una squadra che negli anni si è sempre posta l'obiettivo della Champions e anche di più, perché ha sempre avuto tutte le potenzialità per arrivare in alto. Il campionato quest'anno è più competitivo, ho trovato un ambiente positivo, una squadra che si aiuta. Nei momenti difficili, se c'è un aiuto reciproco, si riesce a uscirne. È un po' retorico, ma dobbiamo pensare di partita in partita, vincendo si raggiungono risultati importanti. Abbiamo l'obiettivo della Champions e vorrei cominciare come ho fatto nel 2016, per guadagnarmi un posto all'Europeo".
Ci dici una cosa della città e della squadra che ti sono mancati?
"Aver ritrovato le persone con cui ho instaurato un rapporto, ma devo dire che quando sono stato lontano, quando c'è stata la possibilità di tornare ho sempre sentito grande affetto dalla gente. Quando sono tornato a febbraio per una partita di Europa League ho visto tanta gente che mi vuole bene, è uno stimolo in più per ricominciare".
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