Roma, da Baldini a Fienga, da De Sanctis a Burdisso: quale futuro per la direzione tecnica?
Tutti a Roma attendono il passaggio di proprietà del club giallorosso. Da James Pallotta, che ormai ha deciso di chiamarsi fuori, ai tifosi, che non ne possono più dei proclami del presidente che puntualmente vengono disattesi. Lo aspettano anche gli attuali dirigenti, su tutti Guido Fienga, chiamati a programmare l'imminente prossima stagione 2020/21.
Nelle ultime ore le quotazioni di Dan Friedkin come neo proprietario della Roma sono balzate di nuovo in pole. Ma nell'attesa che si possa definire la situazione una volta per tutte, nella Capitale si dovrà per forza vedere un rimpasto dei ruoli di comando, per evitare l'incredibile confusione delle ultime stagioni: da Monchi fino ad arrivare all'affaire Gianluca Petrachi. Al posto dell'ex Torino è stato nominato come direttore sportivo ad interim Morgan De Sanctis.
L'ex team manager giallorosso, però, sembra destinato a partire alla volta di Ascoli. Con Franco Baldini sempre regista (non più occulto) delle cose di casa Roma, è ora Guido Fienga a gestire il club, proprio come un presidente. E nelle ultime ore, per il ruolo di direttore sportivo, si è fatto largo con forza il nome di Nicolas Burdisso: l'ex difensore che ha militato per cinque stagioni proprio con la maglia della Roma. Ma può essere la soluzione adatta per il futuro del club?
Al netto del passaggio di proprietà sì. Ma c'è un dogma che bisognerà seguire alla lettera: il rispetto dei ruoli. Perchè se Franco Baldini, come ha fatto finora, sceglie Burdisso e poi lo esautora conducendo De Facto le operazioni, la Roma ricadrebbe nuovamente negli errori commessi fino ad oggi. E a questo punto, nuovo direttore sportivo o meno, la soluzione è unica: una nuova proprietà con idee e programmi chiari.
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