Roma che vince e convince, è terzo posto in classifica!

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Quattro vittorie nelle ultime cinque partite. Tredici gol fatti, otto subiti. La Roma segna e fa segnare, ma vince e quando lo fa, spesso, convince. Il diktat non cambia, negli anni e durante le giornate di campionato: la squadra di Fonseca propone un calcio offensivo, ritmato, fatto di verticalizzazioni e sprint lungo le corsie esterne ed in questo periodo, salvo la debacle di Bergamo, vive un vero e proprio Magic Moment. Debacle, dicevamo: sì, e ci riferiamo ancora al trend che non cambia all'interno di questa squadra e nei suoi risultati. Negli anni, infatti, si è dimostrata spesso altalenante, discontinua, in difficoltà nei grandi match decisivi e la Roma, anche quest'anno, è stata e sembra poter essere ancora lunatica. Ma questo momento va vissuto alla giornata, senza programmazioni, senza obiettivi, col compito, però, di provare ad invertire la tendenza che vede il team giallorosso troppo spesso pugnalato e sconfitto nei match che contano, per morale e classifica.

Alessandro Sabattini/Getty Images

Ma ritorniamo al periodo d'oro giallorosso. La sconfitta di Bergamo contro la tanto temuta Atalanta di Duvan Zapata e Luis Muriel (colombiani che hanno letteralmente scombussolato la Roma nel secondo tempo del Gewiss Stadium) era stata preceduta da due vittorie consecutive, ottenute senza particolari patemi e soprattutto convincendo: il risultato del Dall'Ara di Bologna, dove la squadra capitanata da Edin Dzeko ha chiuso i conti già nel primo tempo (1-5), aveva messo in mostra, seppur davanti ad un avversario impalpabile e mai in partita, la qualità dei giallorossi, abili nel creare spazi, verticalizzare sulla punta centrale o aggirare la difesa nemica tramite fraseggi orizzontali atti a scardinare la retroguardia. Abilità e trame tattiche che si sono poi viste riproporre nel successivo match casalingo contro il Torino di Marco Giampaolo, con la gara suggellata dalla Roma (3-1) anche in seguito all'espulsione di Singo dopo nemmeno 20 minuti da inizio match. Ad ogni modo, anche in quell'occasione, seppur con un ritmo decisamente meno infernale e tambureggiante, la squadra di casa era riuscita a vincere e convincere, guadagnando sei punti in due partite (7 in 3 se si considera il tanto contestato 0-0 ottenuto contro il Sassuolo) e ritrovandosi tra le prime cinque della classe.

Jonathan Moscrop/Getty Images

Tornando, invece, alla sconfitta contro la Dea, va detto che non tutto va buttato del risultato e della prestazione offerta dalla Roma in quel di Bergamo. Nel primo tempo, infatti, si era vista una squadra convinta, decisa, determinata ad imbrigliare ed in qualche modo ripartire, evitando le offensive bergamasche ed andando addirittura in vantaggio dopo pochi minuti, grazie all'allora quinto gol in campionato di Edin Dzeko, che in terra atalantina ha quasi sempre segnato da quando veste giallorosso. Prestazione di sacrificio, quindi, quella offerta dagli uomini di Fonseca nel primo tempo, mentre lo stesso non si può dire della ripresa. Quella che era stata una difesa impenetrabile, precisa, e praticamente perfetta nella prima frazione, è letteralmente venuta a meno nel secondo tempo, facendo trovare ai subentrati Ilicic e Muriel gioco troppo facile. Ed ecco, quindi, per l'ennesima volta, uno scivolone di carattere e concentrazione, come avvenuto a Napoli (4-0) o in casa contro la Juventus di Pirlo, alla seconda giornata (2-2). Per un tempo horror, dopo due partite e mezzo condotte egregiamente, gestendo energie ed avversario, si aveva avuto modo di pensare ad una Roma tornata piccola piccola nella mentalità e nel carattere. Ma così, effettivamente, non è stato.

MB Media/Getty Images

Cagliari e Sampdoria. Due partite casalinghe, da non fallire. E la Roma, ancora una volta, pur senza non rischiare, ha vinto e convinto, regolando gli uomini dell'ex Di Francesco grazie alle reti di Veretout, Dzeko e Mancini. Non sono mancati, dicevamo, qualche preoccupazione e qualche attacco d'ansia durante la partita, col Cagliari coriaceo e mai domo, pronto a rispondere colpo su colpo alle avanzate dei giallorossi, comunque usciti vincitori (3-2) da una partita dominata tatticamente ma mentalmente non gestita nel migliore dei modi. Infine, anche il più recente ex allenatore, Claudio Ranieri, ha dovuto alzare bandiera bianca davanti alla prodezza di Edin Dzeko (1-0), arrivato a segnare la sua settima rete in 12 apparizioni, con l'interno del piede destro, ad incrociare l'ottimo assist di quel Rick Karsdorp rigenerato dalla cura Fonseca e dalle sue idee offensive. La Roma, quindi, si è ripresa il terzo posto in solitaria, a -6 punti dall'Inter ed a leggerissima distanza da un terzetto molto pericoloso alle sue spalle.

ALBERTO PIZZOLI/Getty Images

Roma bella da vedere, quindi. Mkhitaryan, Pedro e Dzeko (98 anni in tre) insegnano ancora a tanti giovani in rampa di lancio come si attacca e come si segna, mentre la forza della squadra si trova, probabilmente, nelle due corsie laterali, dove i titolari Spinazzola e Karsdorp, se fisicamente integri, scorrazzano, dominano fisicamente e tecnicamente, dimostrandosi attaccanti aggiunti ed assist-man da invidiare. Qualcosa, forse, potrebbe essere sistemato nella fase di non possesso e nella zona difensiva, visti i tanti gol subiti, ma si è convinti che Smalling e Mancini difficilmente possano essere criticati: andranno attesi, anche loro causa qualche problema fisico di troppo sono stati altalenanti, ma offriranno il loro contributo, così come gli intoccabili Pellegrini e Veretout, infallibile dal dischetto e metronomo a tutto campo di una squadra che, nel frattempo, attende anche Nicolò Zaniolo.

Insomma, la Roma ha diverse pedine insostituibili, ed anche prerogative legate all'Europa League ed alla classifica di Serie A, ma un'altra è fondamentale per far sì che le prime due possano realizzarsi: aumentare la propria mentalità, nonchè la convinzione e la consapevolezza nei propri mezzi, che sono tanti ed importanti. Qualche differenza di atteggiamento rispetto all'anno scorso, soprattutto contro squadre sulla carta inferiori, si è vista (vedi le sconfitte casalinghe della scorsa stagione contro Torino e Bologna), ma ora c'è da migliorare il feeling coi grandi match. La Roma è bella da vedere, tanto romantica nei nomi offensivi quanto spietata se lasciata giocare: può essere l'anno giusto per i giallorossi per ritrovare l'Europa che conta ed un degno piazzamento a livello europeo. Il calcio di Fonseca è propositivo, offensivo e vincente. Vedremo solo col tempo se saprà esserlo anche la mentalità della sua Roma, che si gode il terzo posto in classifica e lotterà fino alla fine per mantenerlo.


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