Roma, addio a Tor di Valle: terreni pignorati, lo stadio si farà altrove
Una notizia che avrebbe dell'incredibile, se solo in questi otto anni non se ne fossero viste di tutti i colori sul nuovo stadio della Roma. Un impianto passato sotto due consiliature e che ancora non ha visto il via ai lavori. Un progetto nato solo la Giunta Marino (Partito Democratico) e proseguito, o meglio ribaltato, dai 5 Stelle e dalla Sindaca Raggi che, dopo aver rinfocolato le speranze romaniste, ha praticamente messo una pietra sopra - non nel senso vero del termine - su Tor di Valle.
E lo ha fatto attraverso una lettera inviata alla Roma: "Il complesso immobiliare non è nella libera disponibilità dell’attuale proprietaria Eurnova Spa. Questa amministrazione non è mai stata portata a conoscenza di quanto sopra negli innumerevoli tavoli e incontri via via succedutisi ai più vari e alti livelli”. Tradotto, sui terreni di Tor di Valle gravano più ipoteche dal valore complessivo di 42 milioni di euro, con il vecchio ippodromo che potrebbe così finire all'asta per ripianare i debiti. I terreni, perciò, sono pignorati. I Friedkin non hanno risposto alla lettera, rimanendo chiaramente disorientati: vogliono sì un nuovo impianto di proprietà per la Roma, ma senza farsi "strozzare". Vitek ha chiesto 50 milioni per acquistare l'intera area, un prezzo che non è giudicato equo.
In tutto i due texani si sono già guardati intorno, avendo capito l'antifona: si parla ora della possibile riqualificazione dello Stadio Flaminio (storico impianto abbandonato da anni) oppure spostare il progetto a Tor Vergata, con un altro costruttore. Colui che da anni imperversa nella Capitale.
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