Rocchi si ritira: 17 anni di Serie A tra lotta al razzismo e decisioni controverse

Jonathan Moscrop/Getty Images
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Gianluca Rocchi si ritira dopo 17 anni di carriera arbitrale in Serie A. La sfida tra Juventus e Roma sarà l'epilogo della sua avventura sul campo, le stesse squadre che nel 2014 gli hanno creato numerosi grattacapi nell'arco dei novanta minuti. Tre rigori assegnati, due espulsioni e tante polemiche, tra cui il gesto del violino mimato dall'allora tecnico giallorosso Rudi Garcia.

Questa sera sarà diverso. Il fischietto di Firenze vivrà con maggiore serenità la sua ultima e con un pizzico di commozione, ma senza concedersi un appariscente commiato. Non è nel suo stile essere protagonista o, quantomeno, non sembrarlo. Da arbitro vero quale è, Rocchi ha sempre preso con ferma autorevolezza ogni decisione, pur incappando in errori (chi non li commette?), si è assunto la responsabilità di ogni personale azione, che in ogni caso avrebbe generato contestazioni da parte di una squadra o dall'altra.

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D'altronde, per lui parlano numeri e riconoscimenti: punto di riferimento in Serie A con 263 presenze (dietro solo a Concetto Lo Bello) e icona italiana in Europa grazie agli arbitraggi durante le Olimpiadi di Londra 2012, la finale di Champions League 2012/13 tra Borussia Dortmund e Bayern Monaco (arbitro di porta), la Supercoppa UEFA 2017 tra Real Madrid e Manchester United, i Mondiali di Russia 2018 per Portogallo-Spagna e la finale di Europa League 2019 tra il Chelsea e l'Arsenal.

Al di là dei meriti sportivi, vanno sottolineati anche i valori umani della persona. Rocchi è stato il primo arbitro in Italia ad aver sospeso una gara ufficiale di Serie A per cori razzisti. Era il 12 maggio 2013, si giocava Milan-Roma in un San Siro gremito che, per bocca dei tifosi ospiti, intonava ululati agli indirizzi di Mario Balotelli. Prima l'annuncio dello speaker, poi la decisione di interrompere per un minuto e mezzo la sfida con il rischio di sospenderla in via definitiva. Lo stesso è accaduto il 2 novembre dell'anno scorso, in Roma-Napoli, a seguito di versi poco gradevoli per Kalidou Koulibaly. Chapeau, Gianluca!


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