Rivelazioni dal fondo che avrebbe voluto comprare il Milan prima di RedBird
Continua l'indagine della Procura di Milano sulla cessione delle quote del Milan dal Fondo Elliott di proprietà della famiglia Singer alla società RedBird, guidata da Gerry Cardinale. Dalle prime indiscrezioni, riportate da calciomercato.com, viene ricostruita la fase della trattativa tra l'ex proprietà rossonera e un fondo arabo-statunitense insieme a Investcorp, pronto a mettere sul piatto 1,2 miliardi di euro propri. Una trattativa durata circa sei mesi, saltata definitivamente nel maggio 2022 quando subentrò l'attuale proprietà del club milanista, trovando in poche settimane l'accordo totale con la famiglia Singer.
Per chiudere l'operazione però Gerry Cardinale ha chiesto un prestito da 600 milioni di euro proprio alla famiglia Singer, con un interesse di 42 milioni di euro l'anno. Inoltre la nuova proprietà ha permesso al Fondo Elliott di avere ancora voce in capitolo all'interno del club rossonero, soprattutto in relazione all'austerity legata al mercato.
A proposito della mancata acquisizione del fondo arabo-statunitense, l'amministratore delegato di MFO (Carmine Villani) ha parlato della trattativa con la famiglia Singer ai microfoni de La Repubblica. Queste le sue parole:
"Non posso dare troppi dettagli ma confermo la nostra volontà, come cordata, di acquisire tutte le quote di maggioranza del Milan garantendo anche un ulteriore investimento di 300-400 milioni di euro per rinforzare la squadra e riportarla subito al livello più alto d'Europa. E se il Fondo Elliott avesse voluto, gli avremmo lasciato le quote di minoranza".
Una possibile beffa per i tifosi rossoneri che con l'addio del Fondo Elliott speravano di trovare una proprietà disposta ad investire sulla società soprattutto sul mercato per rafforzare la rosa, invece il progetto di RedBird - ad oggi - sembra corrispondere con quello della famiglia Elliott. Basso profilo, obiettivo Champions League (la qualificazione) e budget limitati in sede di mercato.