Ritorno in Premier o permanenza in Italia? Inter, lasciar andare Sanchez sarebbe un errore imperdonabile

In casa Inter c'è da risolvere la delicata questione di Alexis Sanchez. Il cileno, arrivato la scorsa estate in prestito dal Manchester United, resterà in nerazzurro almeno fino al 5 agosto, quando la squadra di Antonio Conte affronterà il Getafe nella gara secca valida per gli ottavi di finale di Europa League. Dalle parti di Via della Liberazione sono al lavoro per prolungare la permanenza del gioiello di Tacopilla almeno fino alla fine della stagione sportiva, ma dallo United non sembrano disposti a prolungare il prestito (anche per timore di ritrovarsi di fronte il cileno in un'ipotetica finale). Tradotto: per trattenere Sanchez a Milano - anche dopo l'Europa League - è necessario un acquisto a titolo definitivo.

Lo scenario non è semplice perché sarà necessario trovare un accordo economico con il giocatore (che sarebbe giocoforza chiamato a ritoccare l'ingaggio verso il basso) e con lo United, che pur di liberarsi di uno stipendio pesante come quello del Niño potrebbe accontentarsi di una cifra più bassa del previsto per il cartellino o essere disposto ad intavolare uno scambio con qualche esiliato da Appiano Gentile (nelle ultime ore in Germania hanno abbozzato l'ipotesi di un cambio di maglia con Ivan Perisic, che non dovrebbe essere riscattato dal Bayern Monaco).

Trattenere Sanchez a Milano sarebbe "un colpo" per l'Inter, che si troverebbe in casa la terza o quarta punta di spessore in vista della prossima stagione. Un attaccante forte, esperto anche a livello internazionale e che ha dimostrato di poter fare la differenza se al top della forma, come si è visto dopo il lockdown. Il grave infortunio che l'ha tenuto ai box per diversi mesi ha limitato le scelte d'attacco di Conte, ma da quando è tornato a pieno regime il cileno ha inciso con gol, assist e grandi prestazioni. Segnali positivi che l'Inter ha colto: cestinare tutto dopo una stagione sarebbe un peccato. Sanchez è uno da trattenere.

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