Cosa rischia economicamente il Cagliari in caso di retrocessione in Serie B

Tommaso Giulini, presidente del Cagliari
Tommaso Giulini, presidente del Cagliari / Enrico Locci/Getty Images
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In casa Cagliari si teme un'altra retrocessione. La seconda da quando Tommaso Giulini ha preso in mano il club rossoblù nell'estate 2014. Un risultato che sarebbe inaspettato e inatteso, considerando gli investimenti effettuati dalla proprietà e la qualità della rosa messa a disposizione di Di Francesco prima e Semplici poi in questa stagione.

Si può discutere o meno sulle scelte di mercato, sui calciatori acquistati e sul progetto tecnico e tattico, ma non è questo il posto giusto. L'idea di questo articolo è infatti quella di fare chiarezza, attraverso i numeri, e zittire le voci - noiose e di cattivo gusto - su una improbabile scelta societaria di retrocedere per incassare l'ormai celebre paracadute dei diritti tv. Opzione che, almeno dal punto di vista finanziario, non avrebbe alcun senso logico.

Scavando tra i bilanci d'esercizio del Cagliari, ho provato ad analizzare la situazione dei sardi. E no... un paracadute da 25 milioni di euro non è un motivo sufficiente per retrocedere in Serie B.

Incasso paracadute e differenze tra i diritti tv della Serie A e la Serie B

In caso di retrocessione in Serie B, il Cagliari incasserebbe entro la prima partita ufficiale della stagione 2021-22 il 100% del paracadute (suddiviso in 40% entro pochi giorni dall'ultima gara dell'attuale campionato e il 60% alla prima gara di Coppa Italia, a metà agosto), per una cifra di 25 milioni di euro.

Infatti nell'ultimo quadriennio la società rossoblù ha disputato almeno tre campionati in Serie A e per questo motivo è collocata nella Fascia C, la più alta. Ma questa cifra - al contrario di quanto spesso si legge - servirà solamente ad evitare un impatto traumatico - e rischioso, per il bilancio - con la serie cadetta. Il motivo è abbastanza semplice. Nei bilanci del Cagliari del 30 giugno 2017, 2018 e 2019 risultano dai 35 ai 39 milioni di euro di incassi (annui) per i diritti tv (non consideriamo il 2020 perché a causa della pandemia, è stata contabilizzata solo una parte dei diritti tv). Volete sapere quanto è indicato nel bilancio 2015 dei sardi (la stagione in Serie B, per intenderci) nella sezione dedicata ai diritti televisivi? Ben... 1,8 milioni di euro. D'altronde non è un caso se la Lega Serie A incassa oltre un miliardo di euro dalla cessione dei diritti tv, mentre la seconda categoria italiana non va oltre i 25 milioni l'anno.

Cagliari ritorna in Serie A
Il Cagliari festeggia nell'estate 2016 il ritorno in Serie A / Tullio M. Puglia/Getty Images

Insomma, il Cagliari con la retrocessione in Serie B passerebbe da un incasso certo di 40 milioni di euro l'anno (che quest'anno - per esempio - non copre neanche totalmente i costi per gli ingaggi dei giocatori) ad un incasso probabile di appena 2 milioni. A questi va aggiunto il paracadute da 25 milioni di euro. Con una perdita - solo considerando i diritti tv - di oltre 10 milioni di euro.

Incassi per i diritti tv del Cagliari dal 2015 al 2020

  • Stagione 2014-15 - 29,9 milioni di euro
  • Stagione 2015-16 - 1,8 milioni di euro più 15 milioni di euro (paracadute)
  • Stagione 2016-17 - 35,5 milioni di euro
  • Stagione 2017-18 - 35,6 milioni di euro
  • Stagione 2018-19 - 39,1 milioni di euro
  • Stagione 2019-20 - 28,1 milioni di euro (causa pandemia. Il resto verrà contabilizzato nel bilancio 2021)

Differenza fatturato e costi di gestione tra Serie A e Serie B

Durante la gestione Giulini, ad eccezione proprio dell'anno in Serie B, il fatturato del Cagliari è salito vertiginosamente, arrivando a sfiorare i 100 milioni di euro del bilancio al 30 giugno 2020. Una nuova retrocessione in cadetteria, limiterebbe - per tenerci soft - lo slancio del club rossoblù.

Quanto può costare in termini di fatturato la retrocessione in Serie B? Difficile prevederlo (tanto dipenderà dalle plusvalenze generate) ma in soccorso arriva proprio la differenza tra il valore della produzione del 2015 e quello del 2016. Il fatturato al 30 giugno 2015, con il Cagliari in Serie A (ma retrocesso proprio in quella stagione) toccava i 69 milioni di euro. Un anno dopo, con la stagione in cadetteria appena terminata - con la vittoria del campionato e la conseguente risalita nella massima serie -, il fatturato non toccava neanche i 57 milioni di euro.

Ma c'è di più. Andando ad analizzare sempre i due bilanci relativi al 30 giugno 2015 e 30 giugno 2016, il primo con il Cagliari in Serie A e il secondo con il club rossoblù in Serie B, si può notare un costo di produzione molto simile. Anzi, la beffa arriva proprio qui. Mentre con la società in Serie A i costi si aggiravano intorno ai 57 milioni di euro, nell'anno in cadetteria i sardi hanno toccato quota 59 milioni di costi. Questo ha permesso al Cagliari di segnare una differenza tra valore e costo di produzione positiva di 12 milioni di euro a giugno 2015 e negativa di 2 milioni di euro a giugno 2016.

Un saldo negativo tutto sommato non critico, grazie sia alla diminuzione dei costi del personale, passato da 14,4 milioni a 9,1 milioni di euro tra il 2015 e il 2016, sia alle plusvalenze generate con la cessione di alcuni calciatori.

I fatturati del Cagliari dal 2015 al 2020

  • Stagione 2014-15 - 69,2 milioni di euro
  • Stagione 2015-16 - 56,9 milioni di euro
  • Stagione 2016-17 - 67,9 milioni di euro
  • Stagione 2017-18 - 74,1 milioni di euro
  • Stagione 2018-19 - 77,9 milioni di euro
  • Stagione 2019-20 - 94,1 milioni di euro

I costi della produzione del Cagliari dal 2015 al 2020

  • Stagione 2014-15 - 57,2 milioni di euro
  • Stagione 2015-16 - 59,1 milioni di euro
  • Stagione 2016-17 - 65,5 milioni di euro
  • Stagione 2017-18 - 70,3 milioni di euro
  • Stagione 2018-19 - 84,6 milioni di euro
  • Stagione 2019-20 - 89,2 milioni di euro

I ricavi da plusvalenze dal 2015 al 2020

  • Stagione 2014-15 - 14,5 milioni di euro
  • Stagione 2015-16 - 8,9 milioni di euro
  • Stagione 2016-17 - 6,6 milioni di euro
  • Stagione 2017-18 - 16,3 milioni di euro
  • Stagione 2018-19 - 4,8 milioni di euro
  • Stagione 2019-20 - 42,2 milioni di euro

Monte ingaggi 2020 e svalutazione rosa

Negli anni è aumentato il costo relativo agli stipendi e con 46 milioni di euro (prima del mercato di gennaio e gli arrivi di Rugani, Nainggolan, Asamoah e Duncan), il Cagliari ha il nono monte ingaggi della Serie A. Nella rosa rossoblù infatti sono presenti diversi pezzi da novanta, che alzano di gran lunga la spesa relativa agli stipendi. In caso di retrocessione in Serie B, questa cifra deve essere drasticamente tagliata. Impensabile immaginare calciatori come Godin, Nandez e Simeone calcare i campi della cadetteria rispettivamente con ingaggi da 3, 1,6 e 1,5 milioni di euro l'anno.

Diego Godin
Diego Godin, il calciatore con l'ingaggio più alto della rosa del Cagliari / Enrico Locci/Getty Images

Diversi elementi dell'attuale rosa del Cagliari rischierebbero di essere un peso per la stabilità finanziaria della società isolana. E se alcuni calciatori potrebbero avere mercato, limitando i danni del club (anche se il rischio è di doverli quasi svendere per via di una svalutazione che sarebbe pressoché automatica), altri potrebbero costringere la dirigenza a trovare accordi per la risoluzione anticipata del contratto, con relativa (ulteriore) spesa immediata per la società. Tra le spese dovranno essere aggiunti anche alcuni obblighi di riscatto, che non faranno altro che aumentare i costi della produzione.

Per questo motivo la retrocessione in Serie B del Cagliari comporterebbe una rivoluzione, bloccando la crescita economica avvenuta negli ultimi anni.

Situazione sponsor (tecnico e commerciale)

Salvo clamorosi colpi di scena, Adidas rimarrà sponsor tecnico del Cagliari fino al 2024. Non dovrebbe essere a rischio l'accordo con il brand, che porta nelle casse del club rossoblù circa 1,5 milioni di euro a stagione. Più difficile - in caso di retrocessione in Serie B - invece strappare accordi economici pari a quelli attuali per quegli sponsor commerciali, il cui contratto scadrà a fine stagione.

C'è da dire che la pandemia in sé ha portato, già nel 2020, ad un crollo delle entrate commerciali. Se nel bilancio 2019 queste erano pari a 12 milioni di euro, nel bilancio al 30 giugno 2020 l'incasso è stato di 5,3 milioni di euro. Considerando però che il campionato si è interrotto a marzo, riprendendo in estate, alcuni incassi saranno contabilizzati nel bilancio del 2021.

Una retrocessione in Serie B comporterà in ogni caso, una diminuzione delle entrate dagli sponsor commerciali e solo una immediata risalita in Serie A potrebbe permettere al Cagliari di non perdere quanto di buono seminato - almeno dal punto di vista finanziario - in questi anni (soprattutto pre-Covid).


Detto ciò, prendendo in considerazione questi pochi punti, è impensabile ipotizzare una retrocessione pilotata con il solo scopo di accedere al paracadute dei diritti tv. Non avrebbe alcun senso né dal punto di vista economico né, tanto meno, dal punto di vista sportivo.


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