Regali da… scartare: chi dovrebbe cedere il Milan?
Il Milan ha ricevuto numerosi regali dal 2020, anno zero che ha permesso alla società rossonera di rinascere dalle proprie ceneri e guardare al futuro con uno sguardo diverso, illuminato da una buona dose di fiducia e speranza. Non è una coincidenza se la squadra di Stefano Pioli si è inserita caparbiamente nella corsa allo Scudetto e nella lista delle migliori formazioni in Europa, sia per le prestazioni offerte sul campo sia per il giusto mix che si è creato tra calciatori esperti e giovani in rampa di lancio.
Ora, però, è giunto il momento delle riflessioni. Il Milan deve decidere quale obiettivo perseguire e, di conseguenza, quali sarebbero le mosse più azzeccate per raggiungerlo. Qui entra in gioco la bravura di Frederic Massara e Paolo Maldini, che dovranno alzare l'asticella delle ambizioni sul mercato pur non snaturando il progetto low cost brillantemente intrapreso. Come? Acquistando un paio di rinforzi di caratura internazionale e cedendo i calciatori non funzionali alla filosofia di gioco dell'allenatore. Sul piede di partenza ci sono molti rossoneri. In una difesa falcidiata dagli infortuni non c'è spazio per Andrea Conti, sobbalzato in fondo alle gerarchie di Pioli dato l'ottimo rendimento mostrato da Davide Calabria e Diogo Dalot, quest'ultimo prescelto in occasione degli impegni di Europa League. L'addio in prestito per acquisire continuità potrebbe essere una valida soluzione. Pierre Kalulu, fresco di primo gol in Serie A, dovrebbe restare dalle parti di Milanello: la sua duttilità può rivelarsi un jolly in caso di emergenza. Certa, invece, la partenza di Mateo Musacchio, il cui contratto scadrà al termine della stagione.
Passando a un centrocampo composto dai soliti noti, l'impiego di Rade Krunic sembra destinato ai minimi termini. Il bosniaco, uno pochi colpi falliti dal club, vanta molte pretendenti sul mercato e lascerà presto il club. Resta in bilico Samu Castillejo: da un lato la sua cessione garantirebbe un consistente tesoretto da reinvestire, dall'altro creerebbe un vuoto di rilievo nella zona offensiva del campo. Le recenti prestazioni, però, hanno offerto ottimi segnali che spingono verso la sua permanenza. Sarebbe la decisione migliore, così come per Hakan Calhanoglu: il rinnovo del turco, apparso in perfetta sintonia con Zlatan Ibrahimovic, rappresenta il crocevia della strategia milanista. A proposito di Ibra: la sua età comporta rischi calcolabili. È dunque inevitabile andare alla ricerca di una alternativa di spessore, che sappia reggere il peso dell'attacco accettando comunque di portare l'etichetta di riserva. Caratteristiche che, per ovvi motivi, non fanno riferimento al promettente classe 2002 Lorenzo Colombo.
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