Red Bull nel mondo del calcio: dall'identità unica al modello di sviluppo

Dall'identità delle sue squadre con colori sociali, loghi e nomi legati al mondo Red Bull al modello di scouting: un viaggio alla scoperta dell'azienda austriaca nel mondo del calcio.

Dietrich Mateschitz, fondatore di Red Bull
Dietrich Mateschitz, fondatore di Red Bull / ROBERT MICHAEL/GettyImages
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Tra le multiproprietà più famose in ambito calcistico nel mondo non possiamo non citare Red Bull. Negli anni l'azienda austriaca che produce una nota bevanda energetica ha strutturato una strategia che l'ha portata a diversificare i suoi investimenti. Tra i suoi investimenti c'è anche il mondo del calcio. Come vedremo più avanti, dietro il celebre modello Red Bull non c'è solo la volontà di investire ed essere protagonisti in uno degli sport più importanti e seguiti al mondo, ma si sviluppa una strategia ben chiara che porta le squadre di sua proprietà ad una identità ben precisa.

Un breve cenno sulla storia di Red Bull

Creata nel 1987, Red Bull è stata fondata in Austria da Dietrich Mateschitz (morto nel 2022) per la produzione di una bevanda energetica, ispirata ad alcuni prodotti popolari in Asia. La crescita del brand Red Bull però è legata al lavoro di marketing sviluppato dal suo fondatore: Mateschitz infatti decide di sponsorizzare alcuni atleti e marchi legati allo sport estremo, per poi allargarsi anche sugli sport meno pericolosi.

Ad oggi il nome Red Bull è legato a tantissimi discipline sportive. Tra le più importanti, oltre al calcio, troviamo la Formula 1 (dove gareggia con ben due Scuderie), Hockey su ghiaccio e Motomondiale.

Il modello Red Bull nel calcio

L'ingresso di Red Bull nel mondo del calcio ha creato non poche contestazioni e divergenze, sia da parte delle tifoserie coinvolte sia da parte delle federazioni. L'azienda austriaca infatti ha creato un vero e proprio modello per lo sviluppo dei proprio club. La parte più interessante (e che non ha creato nessun problema esterno) è quello legato allo scouting con la creazione di una strategia vincente per la ricerca di talenti a livello locale (nelle singole squadre di sua proprietà), che ha portato nel corso del tempo le squadre targate Red Bull ad avere in rosa giocatori di grande prospettiva che hanno riempito le casse dei club con le loro cessioni durante gli anni.

La parte invece un po' più controversa è quella del marchio. Una volta acquisito un club, Red Bull ha trasformato il suo logo, le sue maglie, i colori sociali e anche il nome stesso della squadra legandole a all'azienda austriaca, suscitando perplessità e soprattutto contestazioni pesanti da parte dei tifosi, che poi - nel corso degli anni -, almeno in parte, hanno apprezzato il progetto accettando - con un pizzico di amaro in bocca - questo stravolgimento.

Le divergenze con le federazioni sono arrivate nel momento in cui due club si sono ritrovati a disputare la stessa competizione europea. Per regolamento un proprietario non può avere due club nella stessa competizione europea, ma si è trovato l'escamotage per superare (anche) questo impasse.

Le squadre di calcio legate a Red Bull

Ma arriviamo al dunque. Quali sono le squadre legato al mondo Red Bull? L'azienda austriaca è entrata nel mondo del calcio nel 2005 con l'acquisizione dell'Austria Salisburgo, squadra della città dove ha sede proprio Red Bull. Questo club diventa RB Salisburgo. Un anno dopo è il turno dei New Jersey Metrostar, che segna anche lo sbarco degli austriaci in MLS, che diventano New York Red Bulls.

Nel 2007 Red Bull cerca spazio in Brasile ma qui trova qualche ostacolo in più: i club fanno resistenza quando capiscono le intenzioni dell'azienda austriaca (cambio di logo, nome e colori sociali). Da qui la decisione di creare una squadra da zero, il Red Bull Brasil, portato nel giro di sette anni nella massima divisione brasiliana statale. Manca però il salto di qualità per arrivare in Serie A e per questo nel 2019 gli austriaci acquistano il Bragantino (che diventerà Red Bull Bragantino): con quest'ultima si concentrano tutti gli sforzi per disputare campionati ad alti livelli in Brasile, con la squadra creata da zero che diventa una società satellite.

Tornando qualche anno indietro, nel 2009 Red Bull decide di entrare anche in Bundesliga acquistando il SSV Markranstadt, club che in quel momento militava nella quinta divisione tedesca. La scelta era legata alle potenzialità di Lipsia (sede del club) e dall'assenza di vere e proprie concorrenti e rivali nella stessa zona. Questo club diventa RasenBallsport Leipzig (RB Lipsia) in modo da sfruttare le iniziali RB (perché in Germania - a parte per il Bayer Leverkusen - non è possibile dare alle squadre nomi di prodotti e brand commerciali).

Nel 2012 arriva un'altra acquisizione, ancora in Austria. Nel mondo Red Bull entra anche il piccolo Anif, squadra situata vicino a Salisburgo, trasformata con il nome di Liefering ed utilizzata sostanzialmente per far crescere i giocatori Under 23 tra i professionisti.

Infine per ultima, ma non in ordine cronologico, troviamo l'acquisizione della Soccer School of Lavanttal in Africa, cambiando la denominazione in Red Bull Ghana. Ma la gestione e gli investimenti effettuati non danno i frutti sperati (per una questione di organizzazione a livello federale e governativa) e il progetto viene chiuso nel 2014 (ceduto ad un club satellite del Feyenoord).

1. RB Salisburgo (Austria)

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Salisburgo / JOE KLAMAR/GettyImages

È la prima società che - nel 2005 - passa sotto la gestione Red Bull: ex Austria Salisburgo, diventa subito RB Salisburgo (con logo, colori sociali rivoluzionati) e dopo un iniziale periodo di vittorie puntando su giocatori d'esperienza, diventa una fucina di talenti che, una volta valorizzati, spesso diventano rinforzi per il Lipsia (altra squadra sotto la gestione Red Bull).

2. New York Red Bulls (MLS)

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New York Red Bulls / Evan Yu/GettyImages

Red Bull decise di investire in MLS nel 2006, quando il livello e l'organizzazione del campionato non aveva ancora raggiunto la forza attuale. Con l'acquisizione dei New Jersey Metrostar - diventati New York Red Bulls - si sbarca negli Stati Uniti.

La rivoluzione legata a colori sociali, nome del club e logo porta con sè tante proteste ma il club si riavvicina ai tifosi grazie ai prezzi popolari dei biglietti, alla costruzione di un nuovo stadio e anche con l'arrivo di diversi campioni del calibro di Rafa Marquez, Tim Cahill e Thierry Henry.

Lo sbarco in USA p legato anche ad operazioni commerciali per la promozione della bevanda energetica nel Nord America.

3. Red Bull Brasil (Brasile)

È il 2007 quando Red Bull prova a sbarcare in Brasile, trovando l'ostruzionismo totale di tutti i club - poco inclini a cambiare nome, colori sociali e stemma. Per questo - dopo l'ultimo tentativo in extremis con la Juventude - si decide di creare una squadra da zero, il Red Bull Brasil, portato nel giro di sette anni ad un passo dalla Serie A.

Successivamente, a partire dal 2019, il Red Bull Brasil diventa una squadra satellite del Bragantino (acquisito dagli austriaci).

4. Red Bull Ghana (Ghana)

Dopo l'Europa, il Nord America e il Sud America l'azienda austriaca nel 2008 investe anche in Africa con l'acquisizione della Soccer School of Lavanttal, diventata Red Bull Ghana.

Qui nascono problemi ben più importanti di un cambio logo, cambio nome o colori sociali. Red Bull investe su stadio e strutture d'allenamento (e non solo) ma sono pochi i calciatori ghanesi che riescono a fare il salto in Europa. Soprattutto gli austriaci sembrano essere gli unici possibilitati ad investire nelle strutture, che si rivelano però poco funzionali considerando l'assenza di strade asfaltate e per l'assenza di beni di prima necessità come l'acqua potabile.

Nel 2014 Red Bull decide di mettere fine a questo investimento e cede il club ad una squadra satellite del Feyenoord, il Gomoa Fetteh. Da Red Bull Ghana diventa West Africa Football Academy.

5. RB Lipsia (Germania)

RB Leipzig v Eintracht Frankfurt - DFB Cup Final
RB Leipzig / Sebastian Widmann/GettyImages

Nel 2009 gli austriaci decidono di entrare in Germania, nel progetto probabilmente più importante della sua storia con il calcio. Viene acquisita una squadra di Lipsia militante in quindi divisione, il SSV Markranstadt, che diventa RasenBallsport Leipzig (RB Lipsia), per sfruttare RB come parte iniziale del nome (a causa del divieto, in Germania, di utilizzare marchi o brand all'interno dei nomi delle squadre).

Il Lipsia diventa una delle squadre più antipatiche della Germania. I tifosi la identificano come una squadra commerciale, legata esclusivamente ai soldi mettendo da parte la tradizione e la storia (proprio per questi motivi in precedenza saltano gli accordi con Sachsen e Dinamo Dresda).

L'azienda austriaca però investe, mette a punto il modello di scouting e nel giro di sette anni porta il RB Lipsia in Bundesliga, esordendo poco dopo anche in Champions League.

6. Liefering (Austria)

FC Liefering v Kapfenberger SV 1919 - 2. Liga
FC Liefering / Franz Kirchmayr/GettyImages

Il modello scouting di Red Bull ha necessità di una squadra secondaria per far giocare quei talenti Under 23 che ancora trovano difficoltà nel Salisburgo o nel Lipsia (per rimanere in Europa). Per questo motivo dopo aver ottenuto un rifiuto secco da parte della federazione austriaca per l'iscrizione di una Squadra B nelle categorie inferiori, nel 2012 decide di acquisire l'Anif, club con sede vicino a Salisburgo.

La squadra cambia nome, diventando Liefering e diventa la società per la crescita dei giovani di prospettiva Under 23. Da qui sono passati diversi calciatori che poi hanno avuto modo di consacrarsi ad alti livelli nelle due squadre principali del mondo Red Bull in Europa.

7. Red Bull Bragantino (Brasile)

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Red Bull Bragantino / LUIS ROBAYO/GettyImages

Considerando le difficoltà nel portare il Red Bull Brasil nella massima divisione brasiliana, nel 2019 l'azienda austriaca strappa un accordo con il Bragantino. Red Bull gestisce l'aspetto calcistico del club brasiliano, trasformando anche il nome in Red Bull Bragantino (oltre a logo e colori sociali) e investendo tutto su questo club.