Rebic: "Avrei ammazzato Thiago Alcantara. Adoro i posti isolati, se muori non ti trova nessuno"
Ante Rebic si è concesso ai microfoni di gazzetta.it per raccontare alcuni aneddoti legati alla sua carriera calcistica e al lato più nascosto della vita privata, tra l'esplosione con la maglia dell'Eintracht Francoforte e la conferma al Milan.
THIAGO ALCANTARA - "Quando mi hanno sottovalutato? Due anni fa, prima della finale della Coppa di Germania. Noi dell’Eintracht contro il Bayern, all’Olympiastadion di Berlino. Alla vigilia, ci alleniamo entrambi sul campo della partita. Prima loro, poi noi. Incrociamo quelli del Bayern e sento Thiago Alcantara che dice al mio compagno Kevin-Prince Boateng: 'Il prato è perfetto, domani non toccate la palla'. Penso: 'Forse domani non vinco, ma ti ammazzo'. Abbiamo vinto 3-1, io ho fatto due gol".
ESSERE SE STESSI - "Una volta, il mio connazionale Mario Mandzukic ha detto: 'Forse ai vostri occhi sono un po’ noioso, ma ai miei sono molto divertente'. Io faccio le cose che piacciono a me, non agli altri. Cosa mi piace fare? Per esempio, prendere il quad e andare dove nessuno ti rompe le scatole, sulle colline intorno a Imotski, la mia città. Ci portiamo da mangiare e saliamo nei boschi, dove non c’è neanche connessione al cellulare. Se muori non ti ritrova nessuno".
DONNE - "Messaggi delle donne del Mondiale? Hanno messo dei poster giganti in strada, ma solo perché eravamo arrivati in finale. Prima del Mondiale, zero".
MILAN - “Ricordo Ronaldinho, Beckham, Shevchenko, ovviamente Maldini, Nesta… Invece Boban, che è croato come me ed è nato nella mia stessa città, Imotski, no, non lo ricordo. Come lui, Savicevic. Ero troppo piccolo".
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