Le reazioni del calcio alla guerra in Ucraina: meeting UEFA e punti chiave

Le reazioni del calcio alla guerra in Ucraina
Le reazioni del calcio alla guerra in Ucraina / AFP Contributor/GettyImages
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Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, la Russia ha invaso l'Ucraina cominciando l'assedio in diverse città nell’est del paese e bombardando varie strutture sia militari che civili. Gli attacchi sono iniziati a poche ore dal discorso di Vladimir Putin in cui chiede ai militari ucraini di abbassare le armi. Secondo il Post, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sarebbe la più grande guerra dai tempi della Seconda guerra mondiale.

Il conflitto ha subito scatenato diverse reazioni anche nel mondo del calcio, dove sia organi istituzionali sia singoli atleti e allenatori hanno condannato quanto accaduto, esprimendo la propria vicinanza al popolo ucraino.

Come hanno reagito UEFA e FIFA

A seguito dell'evoluzione della situazione tra Russia e Ucraina, il presidente della UEFA Aleksander Ceferin ha convocato per domani una riunione straordinaria del Comitato Esecutivo, al fine di valutare tutte le misure necessarie.

Una decisione sembra però certa: secondo l'Associated Press, la Federcalcio Europea accoglierà l'appello, giunto da diversi esponenti politici (tra cui il primo ministro inglese Boris Johnson), di spostare la sede della finale di Champions League di quest'anno. La partita non si terrà più a San Pietroburgo, ma - stando alle ultime indiscrezioni - potrebbe spostarsi a Londra. Wembley, London Stadium, Emirates e Tottenham Hotspur Stadium sono le possibili nuove destinazioni.

La FIFA è invece chiamata a una decisione sui playoff per i Mondiali in Qatar che avranno luogo tra giovedì 24 e martedì 29 marzo, e che vedranno coinvolte proprio Russia e Ucraina. La nazionale russa dovrebbe affrontare la Polonia, che però ha dichiarato di voler disputare le partite in campo neutro. L'Ucraina ha invece in programma la gara con la Scozia ed eventualmente la finale contro Galles e Austria.

Infine, l'Unione Europea ha chiesto alla UEFA di bloccare e sospendere la partnership con Gazprom, azienda leader dei gasdotti russa vicina al Cremlino.

FBL-UEFA
Aleksander Ceferin / FABRICE COFFRINI/GettyImages

Le risposte di club e allenatori all'invasione russa dell'Ucraina

A proposito di Gazprom, c'era attesa di una dichiarazione da parte dello Schalke 04, club che da anni viene sponsorizzato dall'azienda russa. Poco fa, i tedeschi hanno diramato un comunicato attraverso cui manifestano una chiara presa di posizione:

"FC Schalke 04 rimuove la scritta GAZPROM dalle proprie maglie. Al suo posto, nelle prossime partite, ci sarà la semplice scritta 'Schalke 04'".

Per ulteriori approfondimenti sull'importanza strategica del calcio per Gazprom, vi rinviamo a un articolo pubblicato su Rivista Undici.

Nessun gesto di condanna arriva - ovviamente - dal Chelsea, il cui presidente, Roman Abramovich, è molto vicino al governo russo, tanto da essere considerato dal Parlamento inglese uno dei 25 oligarchi che compongono la cosiddetta "cleptocrazia" capeggiata dallo stesso Putin. Per questo - secondo il The Sun, al magnate non sarebbe stato rinnovato il visto d'oro, un permesso speciale riservato ai grandi investitori per soggiornare nel Regno Unito. In effetti, Abramovich non si vede da tempo a Londra e un suo ritorno nella capitale sembra alquanto difficile.

Poco fa, il Manchester United ha invece annunciato l'accordo di sponsorizzazione con Aeroflot, compagnia aerea russa.

22nd World Petroleum Congress
Gazprom / Anadolu Agency/GettyImages

Per gli italiani, c'è invece apprensione per l'incolumità di Roberto De Zerbi. Intervistato da Italpress, il tecnico dello Shakhtar Donetsk ha ammesso di essere stato svegliato in piena notte di bombardamenti e che al momento si trova bloccato in hotel con il resto del suo staff visto che tutti i voli per lasciare il paese sono stati cancellati. La squadra ucraina sarebbe dovuta scendere in campo domani, ma l'introduzione della legge marziale ha fatto sì che il campionato venisse sospeso.

È nella stessa situazione anche Paulo Fonseca. Al momento dell'invasione, l'ex allenatore della Roma si trovava in Ucraina, patria della moglie Katerina, e al momento è bloccato a Kiev con tutta la sua famiglia. Il portoghese ha pubblicato un video sui social in cui parla di "peggior giorno della mia vita".

Forte condanna da parte di Mircea Lucescu che ai microfoni di Fanatik afferma che questa è "Una guerra iniziata da dei politici idioti". L'allenatore rumeno - che in Italia si è seduto sulle panchine di Inter, Pisa e Brescia - ha legato indissolubilmente la propria carriera all'Ucraina, dove ha guidato a lungo lo Shakhtar prima di passare alla Dinamo Kiev. Tuttavia, non ha paura della guerra e non lascerà la città perché "Non è un codardo".

Roberto De Zerbi, Paulo Fonseca
Fonseca e De Zerbi / Alessandro Sabattini/GettyImages

Le reazioni dei calciatori russi e ucraini

L'invasione della Russia è stata condannata da diversi giocatori ucraini. Per quanto riguarda quelli di Serie A, uno dei primi a esporsi è stato Ruslan Malinovskyi che prima nelle ultime ore ha promosso una raccolta fondi per aiutare il suo paese in un momento così tragico. Poi è stato il turno di Viktor Kovalenko che su Instagram ha postato una foto dell'Ucraina con la scritta: "No war in Ukraine".

La presa di posizione più dura è stata presa da Oleksandr Zinchenko, difensore del Manchester City e colonna portante della nazionale ucraina, che ha postato una storia (subito rimossa) con la foto di Putin e la didascalia "Spero che tu muoia della morte più dolorosa e sofferente". Non è da meno l'attaccante del Fuenlabrada, Roman Zozulya, che sul suo profilo Facebook scrive: "Putin è la reincarnazione di Hitler. Il mondo deve accorgersene. I suoi piani sono molto più ambiziosi della conquista dell'Ucraina".

Solidarietà è arrivata anche da parte di Fedor Smolov, attaccante russo in forza alla Dinamo Mosca, che su Instagram ha postato una foto completamente nera.

Poco fa i giocatori brasiliani di Shakhtar e Dinamo Kiev si sono incontrati in un hotel per mandare un video messaggio d'aiuto al governo, nella speranza che riescano a portarli via dall'Ucraina con le loro famiglie.


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