Real Sociedad: l'outsider che tiene dietro le big della Liga

Real Sociedad
Real Sociedad / Quality Sport Images/GettyImages
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Nella parte nordorientale della Spagna, c'è una cittadina di nome Donostia-San Sebastián. Si trova ad appena 20 km dal confine con la Francia ed è una delle regioni più piovose della Penisola Iberica. Nonostante ciò, i suoi 200mila abitanti amano vivere in questa perla incastonata nel cuore dei Paesi Baschi.

Si tratta di gente orgogliosa, molto attaccata al proprio territorio e che prova a difendere le sue tradizioni in ogni modo. Una di queste è la Real Sociedad, la squadra locale di calcio. Un club piccolo che non dispone delle finanze dei top team, ma che tutti a San Sebastián tifano sin da bambini.

Se nasci in quella zona dei Paesi Baschi, non puoi non amare i colori Txuri-urdin. Nelle ultime settimane, essere sostenitori della Real è ancora più bello, visto che i ragazzi allenati da Imanol Alguacil sono attualmente primi nella Liga.

Real Sociedad v AS Monaco: Group B - UEFA Europa League
Un tifoso della Real Sociedad / Quality Sport Images/GettyImages

Dominare il campionato che storicamente è appannaggio di Barcellona, Atletico e Real Madrid è per la Real Sociedad un enorme motivo di vanto. Significa imporre ed esportare il senso d'appartenenza di questa piccola cittadina, rinfacciandolo ai grandi club delle metropoli.

Tuttavia, i successi dei biancoblu non sono casuali, ma il risultato inevitabile di una gestione sapiente e lungimirante.

Il momento d'oro della Real Sociedad

Andiamo però con ordine. Come abbiamo detto, la Real guarda dall'alto in basso tutte le altre 19 squadre che compongono la Liga, comprese le big 3 del calcio spagnolo. Tutto parte però dalla decadenza in cui versano i top team iberici, Barcellona e Real Madrid su tutti.

Se la crisi dei Blanocs è solo finanziaria, quella del Barça è perfino più profonda. A completare il quadro c'è l'Atletico del Cholo Simeone che fatica a indossare le vesti di squadra da battere e sembra dare il meglio con la nomea di underdog della Liga. Altri club come Villareal, Siviglia e Valencia dispongono sì di rose molto attrezzate, ma manca completamente ogni forma di progettualità a lungo termine.

Mentre la maggior parte delle squadre spagnole cerca di barcamenarsi come può, la Real Sociedad non sta facendo altro che raccogliere i frutti di quanto seminato negli anni passati. E pensare che la stagione non è iniziata nel migliore dei modi, dato che i biancoblu hanno subito una brutta sconfitta per 4-2 al Camp Nou. Dopo questo insuccesso, i ragazzi di Alguacil hanno inanellato solo risultati positivi nelle successive 10 giornate: 7 vittorie e 3 pareggi.

Certo, è ancora presto per parlare di uno scudetto che a San Sebastián manca dal 1982, bisognerà tenere in conto che i top club cercheranno di riappropriarsi del trono e allo stesso tempo è difficile che i giocatori baschi possano mantenere simili prestazioni. Tuttavia, la crescita della Real è significativa ed è forse l'unico motivo che ci spinge ancora a seguire un campionato depauperato come La Liga.

Imanol Alguacil
Imanol Alguacil / Quality Sport Images/GettyImages

I segreti dei Txuri-urdin

Il principale artefice dell'exploit della Real Sociedad è il suo allenatore. Imanol Alguacil è non è il classico prodigio o un altro profeta di calcio. È solo un uomo nato nei Paesi Baschi che ora, a 50 anni, siede sulla panchina della sua squadra del cuore.

Alguacil ha avuto modo di giocare per gli Txuri-urdin tra la fine degli anni '80 e per tutti i '90, ma quando ha appeso gli scarpini al chiodo, ha scelto le sue radici per intraprendere la sua nuova carriera da manager. Il tecnico ha fatto tutte le trafile delle giovanili, ottenendo l'incarico da allenatore della prima squadra nel 2018.

I tifosi vedono in Alguacil uno di loro, un basco che è riuscito a sedere sulla panchina della Real Sociedad. È un hombre del pueblo, parte integrante della società e della città che rappresentano o, per usare le parole di Rivista Undici: "è rimasto a bordo abbastanza a lungo da essere ormai parte integrante del club, come i pirati sulla nave di Davy Jones".

Dal punto di vista tattico, la Real gioca coniugando il bel calcio espresso da una big con il pragmatismo tipico di una squadra di bassa classifica che deve pensare a salvarsi. Gran parte degli spunti offensivi passano per i piedi di David Silva e Mikel Merino, i punti di riferimento del centrocampo. In attacco, svettano due giocatori accomunati dalle origini nordiche, dalla stazza imponente e...dal nome: Alexander Sørloth e Alexander Isac.

Sorloth
Il gol di Alexander Sørloth all'Atletico Madrid / Quality Sport Images/GettyImages

Per il resto, gli Txuri-urdin mettono in campo un 11 sempre compatto e combattivo, in cui tutti eseguono pedissequamente i compiti assegnati di partita in partita da Alguacil. Infatti, una delle bravure del tecnico risiede nella sua capacità di far aderire le caratteristiche dei suoi a quelle della squadra che si trova davanti. Si spiega così il difensivista 5-3-2 del Wanda Metropolitano che differisce sensibilmente dal più propositivo 4-2-3-1 con cui la Real ha battuto il Celta Vigo ieri sera.

Gestione lungimirante e programmazione

In suo pezzo di qualche settimana fa, El País ha paragonato il progetto sportivo della Real Sociedad a quello di Atalanta, Rennes e Villareal, tutti club che fanno del forte radicamento al territorio, della crescita del vivaio e dell'oculatezza gestionale la propria bandiera.

Jokin Aperribay ha assunto la presidenza della società nel 2007, dopo che la Real era scesa in Segunda Division dopo più di 40 anni di militanza nella massima serie. Dal punto più basso della sua storia, i biancoblu ci hanno messo appena 6 stagioni per tornare ai fasti della Champions League e nella loro implacabile scalata hanno sfornato talenti del calibro di Illaramendi, Griezmann, Claudio Bravo e Iñigo Martínez.

Dalle loro cessioni, il club ha incassato centinaia di milioni di euro, tutti reinvestiti con criterio per regalare alla Real Sociedad un futuro fiorente. Aperribay ha infatti puntato sulle infrastrutture. L'opera di ammodernamento più significativa riguarda lo stadio avvenuta nel 2017, quando all'iconico Anoeta è subentrato la Reale Arena (per motivi di sponsor).

Real Sociedad v RCD Mallorca - La Liga Santander
La Reale Arena / Juan Manuel Serrano Arce/GettyImages

L'ammodernamento della società riguarda però anche staff e personale di squadre giovanili e professionistiche. La Real dispone infatti di una responsabile che cura l'alimentazione in tutti i suoi dettagli e di un ufficio che si occupa di Big Data e statistiche. Oggi sembrano cose scontate, ma gli Txuri-urdin applicano la scienza al calcio prima che fosse mainstream.

Infine, un ultimo motivo per ammirare il progetto dei baschi riguarda la sua omogeneità. Spesso i club mettono in piedi prime squadre impressionanti, ma tralasciano il settore giovanile. Praticamente sempre trascurano la sezione femminile. Nella Real Sociedad ogni rosa ha la stessa importanza. San Sebastián è infatti l'unica città ad avere una squadra sia nella prima sia nella seconda divisione (la Real Sociedad B). E nel campionato femminile, le biancoblu sono al secondo posto, alle spalle di un Barcellona completamente fuori categoria.

Affinché la Real Sociedad possa imporsi ad alti livelli, ha bisogno di conquistare dei trofei. Tuttavia, dobbiamo sperare che mantenga inalterate le spese economiche e che non macchi il suo forte senso basco importando calciatori "stranieri".


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