Re Carlo e la campagna di Britannia
Questa è la storia di un Re e dell'italiano più vincente di tutti. Proprio come quello D'Asburgo, il nostro Carlo ha creato "un impero sul quale non tramonta mai il sole", dall'Italia alla Spagna, dalla Francia alla Germania e ora è il turno "di conquistare dove Cesare ha fallito": l'Inghilterra. E il suo Everton è già primo.
Carlo Ancelotti nasce a Reggiolo in Emilia nel 1959, esattamente il 10 giugno. A riprova che l'oroscopo sbaglia, il mister nasce sotto il segno dei Gemelli, segno che dovrebbe designare una persona ansiosa ed irrequieta. Al contrario egli è il testimonial della seraficità e della freddezza. Come calciatore iniziò giocando in Serie C nel Parma per poi passare alla Roma, dove vinse il campionato. Voluto da Arrigo Sacchi si trasferì al Milan dove vinse qualsiasi trofeo possibile: due campionati, due Supercoppe Italiane, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali.
La sua carriera da allenatore iniziò proprio come vice di Sacchi nella Nazionale Italiana durante il Mondiale '94. A livello di club ruppe il ghiaccio con la squadra del suo paese: la Reggiana in quel periodo (nel 1995) in Serie B e successivamente ha guidato le squadre di Parma, Juventus e Milan. Con quest'ultima, seguendo le orme di Arrigo, vinse uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, due Champions League, due Supercoppe Europee e un Mondiale per Club. E forse in pochi erano pronti a scommettere che quello sarebbe stato solo l'inizio degli inizi, perché alla sua pacatezza egli contrappone una smisurata voglia di vincere sempre e comunque.
Tra il 2009 ed il 2011 mister Ancelotti vola a Londra, al Chelsea, dove tanto per cambiare vince la Premier e la FA Cup. E per completare le conquiste dell'impero non poteva mancare la Francia, tant'è che nelle stagioni dal 2011 al 2013 allena il Paris Saint-Germain riportandolo alla vittoria da tempo agognata. Ma la vera svolta arriva nella stagione successiva 2013/2014.
"L'esperienza mi dice che ogni allenatore che si rispetti deve allenare il almeno una volta nella sua vita. È il club più grande del mondo, un'esperienza bellissima, quasi unica. Quello che succede a Madrid non accade in nessun'altra squadra. I tifosi che ha in qualsiasi parte del mondo sono tantissimi. Ti aspettano ovunque, in hotel, all'aeroporto… È un'esperienza unica che vale la pena vivere. Anche quando ti mandano via".
Re Carlo approdò a Madrid e così descrisse la sua esperienza. Arrivò in una squadra ossessionata dalla Champions League, una squadra reduce dal fallimento dello Special One, una squadra da ricostruire, una squadra con campioni non inclini alle regole ed agli allenatori tiranni. E il democratico Ancelotti la prese per mano e la portò a vincere dopo dodici lunghi anni la Decima e naturalmente la coppa che da lui prende il nome: Coppa del Re. In pochi mesi assurge al tetto d'Europa e diventa l'italiano più vincente, il più apprezzato, un Re di "superba umiltà".
Nel 2016 completerà il tour europeo allenando la squadra del capoluogo bavarese, il Bayern Monaco. L'esito? Da "copia incolla". Dopo esser stato esonerato per dissapori con il club, tornò in Italia, nel capoluogo campano. Ma per chi si chiama Carlo Ancelotti il non vincere qualcosa significa perdere, e da lui ci si aspetta il massimo. A Napoli la sua avventura dura poco.
Dal 21 dicembre del 2019 Ancelotti è l'allenatore dell'Everton. Questa stagione è iniziata con quattro vittorie di fila, che valgono il primato e che gli sono valse il titolo di miglior allenatore del mese di settembre. Il club inglese non vedeva quattro vittorie di fila dal 1939.
Nella sua carriera ha vinto la Champions League due volte da calciatore (con il Milan) e tre volte da allenatore (due con il Milan e una con il Real Madrid), stabilendo in questo caso un record condiviso solo con Bob Paisley e Zinedine Zidane, l'ultimo guarda caso suo discepolo. Chiamato Carlo Magno in Spagna, nel mondo è visto come uno dei migliori - se non il migliore - allenatori in attività. Nel 2014 entra a far parte della Hall of Fame del calcio italiano. Insomma vittorie su vittorie fanno di lui il migliore e ora ci si chiede se si ripeterà con l'Everton emulando Ranieri, ma soprattutto ci si chiede come farà a migliorarsi più di quanto abbia già fatto. Come ci stupirà questa volta, come si reinventerà?
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