Il rapporto tra Alessandro Del Piero e la Nazionale: odio e amore con un epilogo dolcissimo
Il 25 marzo 1995, allo stadio Arechi di Salerno, Alessandro Del Piero fa il suo debutto con la maglia della Nazionale. Si gioca Italia-Estonia, gara valida per le qualificazioni agli Europei 1996: è l'inizio di una lunga storia d'amore che, come tutte le storie d'amore, vive di alti e bassi, di momenti di riflessione ma anche di orgasmo puro!
Le prime avventure con la Nazionale
Alessandro Del Piero ha avuto un rapporto travagliato con la Nazionale. Nel 1996, era sul tetto d'Europa con la sua Juventus, dopo aver giocato una Champions da protagonista nel tridente di Lippi con Vialli e Ravanelli. Nell’Europeo del 1996, Arrigo Sacchi lo convoca e Alex, ancora giovanissimo, indossa la maglia numero 14. L’Italia uscirà ai gironi, Alex (vincitore della Champions da protagonista) giocherà solo un tempo nella prima partita contro la Russia. Nel 1998 arriva la grande occasione dei Mondiali. Alex prende la maglia numero 10 ma tra i convocati c'è un altro grande numero 10, Roberto Baggio. A Roby va la 18. Come nelle migliori 'tradizioni' italiane, nasce la staffetta tra i due. Del Piero divide i suoi minuti con Baggio e non segna nemmeno un gol. In tanti lo accusano di essere decisivo nella Juve e non con la maglia della Nazionale.
La caduta e la rinascita
La situazione diventa esasperata all'Europeo di Francia 2000. Dopo Baggio, c'è Totti, ma Alex c'è sempre. Ancora con il numero 10. In quell'Europeo però brilla la stella di Totti e Alex è costretto nuovamente a fare la spola tra campo e panchina. In finale, contro i padroni di casa, Alex subentra nella ripresa a Stafano Fiore e fallisce due grandi occasioni da gol per raddoppiare il vantaggio di Delvecchio. Il resto è storia: 1-1 di Wiltord allo scadere e poi golden goal di Trezeguet, che di lì a poco sarebbe diventato bianconero. L'Italia, come da tradizione, cerca il suo capro espiatorio e lo trova: è Alex Del Piero. Al terzo torneo importante in maglia azzurra, non ha ancora segnato nessun gol: non è decisivo. Lo difendono solo gli juventini più incalliti. Il nefasto Mondiale del 2002 in Corea lascia strascichi pesanti ma Del Piero, che torna alla numero 7, trova il primo gol, contro il Messico ai gironi, e inizia a raddrizzare la sua storia azzurra, dedicandolo al padre scomparso. Euro 2004 è un'altra triste storia azzurra, con l'eliminazione ai gironi dopo il biscotto tra Danimarca e Svezia. Il 2006 però è l'anno della rivincita per tanti, anche e soprattutto per Alex. E lì Alex entrerà nella storia, cancellando forse le cose negative degli anni precedenti.
La doppia ciliegina Mondiale
"Cannavaro! Cannavaro! Via il contropiede per Totti, dentro il pallone per Gilardino. Gilardino la può tenere anche vicino alla bandierina! Dentro il pallone per Del Piero, Del Piero…GOOOOOL...GOOOOOL. 2-0, chiudete le valigie: andiamo a Berlino, andiamo a prenderci la coppa". Telecronaca di Fabio Caressa in Germania-Italia 0-2 ai Mondiali del 2006. Alex segna il gol dello 0-2 che ci manda definitivamente in finale. "Andiamo a Berlino" urla come non mai Beppe Bergomi. Inoltre, Del Piero è tra i rigoristi che consegnano all'Italia la Coppa del Mondo. I detrattori gli rinfacceranno comunque gli errori in Francia 2000 e non solo. La carriera in nazionale si concluderà nel 2008, con la fascia da capitano, ma con il 'litigio' con l'allora c.t. Donadoni che lo faceva giocare come esterno. Negli occhi di tutti però resteranno impresse le magie in Germania. Con la nazionale ha totalizzato 91 presenze e 27 reti, partecipando a tre campionati del mondo (Francia 1998, Corea del Sud-Giappone 2002e Germania 2006) e quattro campionati d'Europa (Inghilterra 1996, Belgio-Paesi Bassi 2000, Portogallo 2004 e Austria-Svizzera 2008), l'ultimo dei quali da capitano.
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