Quanti rigori per fallo di mano: bisogna cambiare il modo di difendere o quello di arbitrare?
Lo sfogo di Gian Piero Gasperini, al termine della sfida fra la Juventus e la sua Atalanta, ha sollevato nuovamente la polemica circa la severità con cui gli arbitri assegnano i calci di rigore a seguito di falli di mano.
Dinanzi a questo fattore non indifferente, perché in grado di sovvertire l'esito di una partita come accaduto proprio ieri all'Allianz Stadium, si sviluppano due correnti di pensiero molto distanti fra loro. C'è chi ritiene che i calciatori debbano cambiare il modo di difendere e chi, invece, invoca una revisione delle norme.
In molti casi, come constatato nel corso di questa stagione di Serie A, il tocco di mano appare involontario con l'arto attaccato al corpo oppure in linea con il movimento del corpo durante un salto o una scivolata a terra. Non è un caso che finora i rigori assegnati sono 156 in 313 partite ufficiali.
Il regolamento però parla chiaro e non può essere certamente ignorato. Di conseguenza, i giocatori devono adeguarsi alla situazione e i direttori di gara sono chiamati per dovere professionale ad applicare ogni normativa prevista. Il problema della questione sta a monte e riguarda l'insensatezza di attribuire un tiro dagli undici metri ogni volta che un calciatore impatta il pallone con la mano. A campionato finito, occorrerà modificare il regolamento e rendere più interpretabile il presunto fallo a seconda della situazione.
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