Quando si giocava a calcio per Natale

Plumb Images/Getty Images
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In Italia siamo abituati da sempre, a livello calcistico, a onorare le feste natalizie fermando il calcio. Uno sport che non è solo tale, ma anche uno spaccato ed espressione delle varie società che si sono succedute nel tempo. Se quindi si parla di calcio e Natale non può non saltare in mente il famoso Boxing Day che per il calcio inglese è ormai un'istituzione, tanto che è stato copiato anche in Italia (solo per un anno), con la Serie A in campo il 26 dicembre 2018. Ma c'è stato un tempo in cui si giocava anche il 25 dicembre, il giorno di Natale... e non solo in Inghilterra.

Radici antiche

Radici antichissime per quella che è stata una vera tradizione almeno fino agli anni 50. Ad esempio nel 1888 l'Everton giocò addirittura due gare il giorno di Natale: la prima per Lancashire Cup nella mattina del 25 dicembre e la seconda nel pomeriggio contro l'Ulster Fc. Ma la prima partita ufficiale di Football League arrivò nel 1889, tra Preston North End e Aston Villa: si presentarono 9 mila spettatori, incuranti del gelo. Per un periodo ci fu l'usanza di disputare i derby il giorno di Natale: nel 1890 quello sentitissimo tra Blackurn Rovers e Darwen divenne famoso com "The Cristhmas Day Riot" (letteralmente "La rivolta del giorno di Natale"): i Rovers mandarono in campo le riserve per far riposare i titolari in vista della gara successiva, con il Darwen che invece schierò i migliori con l'intenzione di umiliarli. Risultato? I tifosi Rovers invasero il campo distruggendo porte e tribune, causando la sospensione della partita.

1909, tragedia di Natale in Scozia

Non è da meno la Scozia, che però ricorda con tristezza una partita nel giorno di Natale del 1909: quella tra Hibernians e Partick Thistle, giocata su un campo totalmente ricoperto di ghiaccio. James Main, giocatore degli Hibs, scivolo scontrandosi con Frak Branscombe, che gli cadde addosso. Tornato a casa dopo la partita venne portato in ospedale a causa di fortissimi dolori addominali: i medici lo operarono d'urgenza all'intestino danneggiato, ma non ci fu nulla da fare: James Main morì il 26 dicembre per una grossa emorragia.

La partita di Natale per eccellenza

La partita natalizia che più di altre è rimasta nell'immaginario collettivo è senz'altro quella che si svolse nel Natale 1914 nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale. 100 mila soldati impiegati sul fronte fermarono le ostilità e gli orrori della guerra per scambiarsi doni e giocare a calcio. Si narra che una di quelle partite cominciò con un soldato che si è affacciato dalla trincea senza ricevere nessun colpo. Lo stesso fecero dall'altra parte della trincea, e così fecero tutti gli altri: questo il "fischio d'inizio" di quella famosissima partita.

Da solo in mezzo alla nebbia

Sam Bartram
Sam Bartram / Terry Fincher/Getty Images

Famosa anche un'altra partita di Natale, precisamente quella del 1937: Chelsea-Charlton, a Stamford Bridge, si trovavano sul risultato dell'1-1 finchè la nebbia non cominciò ad infittirsi, tanto che l'arbitro non potè far altro che sospendere la partita. Nulla di strano se non il fatto che il portiere del Charlton Sam Bartram rimase per ben 11 minuti nella sua porta chiedendosi come mai nessun giocatore attaccasse la sua area di rigore. Glielo spiegò un poliziotto che lo recuperò poco dopo.

Non solo Gran Bretagna

Alfredo Di Stefano
Alfredo Di Stefano / Hulton Archive/Getty Images

Ma a giocare nel giorno di Natale non è stato solo il calcio britannico. C'è stata anche la Coppa delle Fiere, antenata della Coppa Uefa, ora Europa League: il 25 dicembre 1955 si giocò Barcellona-Staevnet al Camp Nou, vinta 6-2 dai Blaugrana. Lo stesso giorno giocarono anche gli arcirivali del Real Madrid che, al Santiago Bernabeu, affrontarono il Partizan Belgrado in Coppa dei Campioni vincendo 4-0. Un'annata indimenticabile per entrambe, visto che il Barça vinse la Coppa delle Fiere e il Real quella dei Campioni.

Fine della "tradizione" di Natale

Le ultime partite nel giorno di Natale si disputarono nel 1957. Motivo? L'arrivo dei riflettori negli stadi che permettevano di giocare anche le partite in notturna. Un avvento che, di fatto, eliminò il bisogno di giocare più turni di campionato con la luce diurna incastrando il maggior numero di partite possibili in pochi giorni per sfruttare la luce del sole.


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