Quando la norma del vantaggio non è più un vantaggio

Il Milan protesta contro l'arbitro Serra
Il Milan protesta contro l'arbitro Serra / Marco Luzzani/GettyImages
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"Sliding Doors" è un film di uscito nel 1998 ma col passare degli anni questa locuzione ha assunto un valore diverso, diventando quasi una metafora. Per "Porte Scorrevoli" si intende infatti il momento topico di una storia, quel singolo dettaglio che può cambiarne imprevedibilmente il finale.

Se ci pensiamo, il Milan-Spezia di ieri sera ha tutte le carte in regola per poter rappresentare una "sliding door" nella stagione dei rossoneri. La vittoria contro una squadra che lotta per la salvezza era data quasi per scontata alla vigilia, ma i liguri hanno sfoggiato una prestazione eroica. Certo, non avrebbero meritato di uscire da San Siro con i 3 punti, ma ritorna ancora quel dettaglio che fa la differenza. E ieri sera a cambiare il finale del Milan ci ha pensato l'arbitro.

Marco Serra
Marco Serra / Jonathan Moscrop/GettyImages

Sulla carta doveva essere una gara semplice da dirigere, così Gianluca Rocchi aveva pensato di affidarla a Marco Serra, fischietto della sezione di Torino che nella sua carriera aveva raccolto solo 10 presenze in Serie A. L'obiettivo dell'assegnatore era di fargli di guadagnare esperienza, permettendogli di arbitrare una big in una cornice suggestiva come quella del Meazza.

Il 39enne non è riuscito però a reggere l'ansia di una partita che al 90' era ancora imprevedibilmente aperta e così ha pensato di fischiare ogni contatto, onde evitare qualsiasi tipo di errore. Proprio questo suo metro di giudizio l'ha indotto a commettere un errore banale, ma che potrebbe compromettere non solo la sua carriera, ma anche il campionato del Milan.

Al 92' Rebic si dirige verso l'area di rigore a grande velocità e i difensori spezzini, pur di non lasciarlo passare lo placano all'altezza della lunetta. Serra fischia subito un calcio di punizione che in qualsiasi situazione avrebbe fatto comodo alla squadra che attacca. Ieri sera però le cose sono andate diversamente, perché il croato, prima di essere abbattuto, aveva scaricato il pallone su Junior Messias che aveva infilato Provedel con un tiro a giro di sinistro sul palo lontano. I giocatori rossoneri non hanno avuto neanche il tempo di festeggiare, visto che l'arbitro aveva già dato il fallo e il gioco era dunque fermo.

AC Milan v Spezia Calcio - Serie A
Junior Messias / Stefano Guidi/GettyImages

A nulla è servita la protesta generale dei milanisti. Il fischio di Serra è stato in teoria corretto, seppur troppo fiscale dato che avrebbe potuto lasciar correre per un paio di secondi e vedere come sarebbe finita l'azione.

La norma del vantaggio è per certi versi una "non-regola". Non è infatti annoverata tra le 17 regole fondamentali del calcio, ma è una semplice appendice della Regola 5. Essa spiega come l'arbitro possa decidere - secondo un potere totalmente discrezionale - quando e se far proseguire un'azione. Di conseguenza, fischiare anticipatamente non è un errore. Eppure, è sinonimo di un direttore di gara distratto, fuori dalla partita perché in balìa dell'emozione.

Per questo "non-errore" di Serra, il Milan ha mancato l'opportunità di agganciare l'Inter in cima alla classifica e soprattutto di allungare sull'inseguitrice Atalanta. Partite simili rischiano di compromettere una stagione intera. Ecco perché l'AIA - che nella sua storia ha riconosciuto raramente i propri errori - ha chiesto pubblicamente scusa per quanto accaduto ieri.

Tuttavia, non è la prima volta che si verifica un episodio del genere. Non bisogna sforzare eccessivamente la propria memoria per ricordarsi di Juventus-Roma dello scorso 16 ottobre. Il momento più discusso della partita è avvenuto a pochi secondi dalla fine del primo tempo, quando i giallorossi, sotto 1-0, si videro assegnare un rigore per fallo di Szczesny su Mkhitaryan. L'arbitro Orsato indicò subito il dischetto, senza aspettare la fine dell'azione che avrebbe portato però alla rete di Tammy Abraham. L'errore di Veretout dagli undici metri rese ancora più eclatante l'accaduto.

Nel tunnel Cristante provò a chiedere spiegazioni, ma l'arbitro di Schio si giustificò asserendo che: "Sul rigore non esiste vantaggio". Una spiegazione che sembrò inizialmente convincente, visto che il caso non sarebbe montato se la Roma avesse realizzato quel rigore; eppure - col senno di poi - emerge ancora di più la discrezionalità della norma del vantaggio.

Tornando sull'episodio di ieri sera, le ultime voci parlano di un lungo stop per l'arbitro Serra che lascerà il fischietto nell'armadietto per almeno due turni. Gianluca Rocchi ha scelto la via del pugno duro col giovane direttore di gara, confidando che questa punizione possa servirgli da lezione. Proprio l'attuale designatore arbitrale - rivela La Gazzetta dello Sport - era stato coinvolto in un episodio simile, ma con un epilogo opposto.

Era un Genoa-Juventus dell'aprile 2009. Al minuto 29' Giandomenico Mesto si involava verso la porta, così Claudio Marchisio decise di fermarlo con le maniere forti. Rocchi fischiò giustamente il fallo, ma contemporaneamente il pallone finì tra i piedi di un giocatore del Grifone che realizzò a rete. L'arbitro non assegnò più la punizione dal limite e convalidò il gol che permise ai rossoblù di vincere 3-2.

Oltre alla buona lettura della partita, in quest'episodio c'è un elemento per certi versi ironico. A segnare fu infatti Thiago Motta, centrocampista italo-brasiliano e attuale allenatore dello Spezia.

Genoa's Thiago Motta celebrates after sc
Thiago Motta esulta per il gol alla Juventus (2009) / FABIO MUZZI/GettyImages

Dopo aver analizzato il caso di ieri sera e aver riesumato due precedenti simili, proviamo a rispondere a questa domanda: si può risolvere il problema dell'arbitrarietà del direttore di gara per la norma del vantaggio?

Come abbiamo detto, stando al regolamento la decisione di lasciar correre o fischiare subito non comporta mai un errore. Sta all'arbitro e alla sua capacità di essere dentro la gara prendere di volta in volta la decisione giusta. Pertanto, trovare una soluzione a quello che sulla carta è un "non problema" è impossibile.

Per diminuire i casi controversi si dovrebbe impartire agli arbitri una preparazione meno fiscale, più permissiva. In Italia si fischia troppo e si rischia di dare vita a episodi simili.


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