Quando il portiere perde il posto: Meret come Christensen e Radunovic?

Alex Meret
Alex Meret / Quality Sport Images/GettyImages
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Ruolo insidioso quello del portiere. Tutti gli altri giocatori possono condividere con uno o più compagni di reparto la responsabilità di un errore, ma il portiere deve avere le spalle abbastanza larghe per sopportare il peso di una colpa che è sempre e solo sua.

L'estremo difensore vive costantemente in bilico tra l'esaltazione per una parata e la valanga di fischi che seguono una respinta troppo corta, un'uscita a vuoto oppure un riflesso poco immediato. Lo sa bene Alex Meret, la cui lotta per entrare nel cuore dei tifosi del Napoli è stata messa nuovamente in discussione dopo l'errore in Champions League che ha di fatto sancito la vittoria del Real Madrid.

Non è la prima volta che commette errori come quello, evidente, sul tiro dalla distanza di Paz, ma in questi anni Meret è riuscito ugualmente a farsi largo tra le critiche e a diventare il numero uno della stagione scudettata. Il problema è che l'incertezza di ieri sera è arrivata contestualmente alle ottime prestazioni del suo vice Gollini, che adesso viene invocato a furor di popolo dalla tifoseria come nuovo titolare.

Ovviamente non c'è ancora niente di certo e Mazzarri ha già espresso il proprio sostegno a Meret, ma non sarebbe la prima volta che un portiere di Serie A perde il posto quest'anno.

In principio fu Caprile

Elia Caprile
Elia Caprile / Gabriele Maltinti/GettyImages

Sostituire Vicario non sarebbe stato facile per nessuno, ma Elia Caprile è stato anche vittima della sfortuna e della poca fiducia. Dopo aver brillato con il Bari in Serie B, il portiere dell'Under 21 viene chiamato dall'Empoli per diventare il nuovo titolare, ma al suo esordio assoluto in Serie A commette un'ingenuità che regala all'Hellas Verona la vittoria.

Poi un problema alla caviglia lo costringe ai box per due mesi e nel frattempo i toscani mettono sotto contratto il redivivo Berisha, portiere tappa-buchi delle squadre che lottano per la salvezza che però inspiegabilmente si rivela una saracinesca. L'exploit dell'albanese, tornato nel frattempo in nazionale, relega in panchina Caprile, forse ancora acerbo per certi livelli.

Christensen e l'intramontabile Terracciano

Oliver Christensen
Oliver Christensen / Gabriele Maltinti/GettyImages

Avete presente quel meme in cui Thanos, l'antagonista degli Avengers, dice: "Non potevate sopportare il vostro fallimento. E dove vi ha condotto? Di nuovo da me"? Bene, allo stesso modo la Fiorentina cerca un titolare da almeno tre anni, ma puntualmente tra i pali ci finisce l'intramontabile Terracciano.

Stavolta a farne le spese è stato Oliver Christensen, portiere danese arrivato dall'Hertha Berlino con il compito di provare quanto meno a mettere in discussione le gerarchie della porta viola. E inizialmente ci riesce, scendendo in campo alla seconda e terza giornata, solo che i 6 gol incassati contro Lecce e Inter hanno convinto Italiano a dirottarlo sulla Conference League e ad affidare la titolarità all'ineluttabile Terracciano.

Radunovic da idolo dei tifosi a seconda scelta

Boris Radunovic
Boris Radunovic / Gabriele Maltinti/GettyImages

Boris Radunovic ha assaggiato la Serie A già con un paio di apparizioni nel 2021-22, quando il Cagliari era già con un piede nella retrocessione, salvo poi ritrovarla quest'anno da titolare e punto di riferimento. Infatti in mezzo c'è una stagione che ha visto il serbo assoluto protagonista nella risalita dei sardi, con tanto di interventi miracolosi nell'andata della finale playoff contro il Bari.

Insomma, questo doveva essere l'anno del suo riscatto, e in effetti molti fantallenatori hanno puntato su di lui come terzo slot tra i pali, solo che gli errori si susseguono e contestualmente il Cagliari finisce sempre più in basso in classifica. Ranieri gli rinnova più volte la fiducia, ma un portiere non deve solo sentire il sostegno esterno; anzi, quello interiore, la consapevolezza dei propri mezzi, è perfino più importante. Così Radunovic si confronta con il proprio allenatore e i due decidono che forse è meglio promuovere Scuffet, ex enfant prodige dell'Udinese.

La chance poi sprecata da Gemello

Luca Gemello
Luca Gemello / Ciancaphoto Studio/GettyImages

Non è una bocciatura vera e propria, ma il fatto che Juric gli abbia preferito Gemello dimostra che la titolarità di Vanja Milinkovic-Savic non è più così inattaccabile. Per sua fortuna - ma non per quella del Torino - il classe 2000 si è reso responsabile di un'inspiegabile uscita a vuoto che ha offerto su un piatto d'argento al Bologna il gol del vantaggio.

Chance dunque sprecata per Gemello e quotazioni in risalita per VMS, che per ora è più famoso per i video dei suoi incredibili rilanci piuttosto che per le sue parate.