I numeri del Milan senza Zlatan Ibrahimovic

SSC Napoli v AC Milan - Serie A
SSC Napoli v AC Milan - Serie A / MB Media/Getty Images
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Venerdì 25 Settembre 2020. La positività di Ibrahimovic sconvolge il mondo Milan, proprio pochi giorni dopo la storica e decisiva doppietta nel derby contro l'Inter.

Lunedì 23 Novembre 2020. Il responso medico, in seguito a risonanza magnetica, su Zlatan Ibrahimovic parla chiaro: "lesione di primo grado al muscolo bicipite femorale della coscia sinistra". Scende il terrore, il panico, il buio in casa Milan, tra i tifosi rossoneri, ancora una volta. Il totem milanista ne avrà per 3/4 settimane, per un totale di 4/5 partite tra Serie A ed Europa League, in un momento cruciale per il mantenimento del primo posto e per il passaggio del turno. "Qualcosa andrà storto", "il giochino si romperà", "chi segnerà adesso, vista la nuova assenza di Zlatan?"; questi solo alcuni tra i pensieri del pubblico rossonero, forse anche ai vertici della società vista l'assenza di un vero vice-Ibra, la contemporanea lontananza dal campo di Leao (determinante quando Ibra rimase fuori causa virus) e l'appena giunta guarigione di Rebic. Pensieri che, però, non attanagliano Stefano Pioli ed il suo staff, tantomeno la squadra. Vediamo perchè.

DeFodi Images/Getty Images

I compagni non risentono della mancanza nè del bomber d'attacco nè del loro allenatore (contemporaneamente positivo al Coivid durante la seconda assenza di Ibra) dimostrando in qualunque campo la maturità finalmente raggiunta e la giusta determinazione nell'affrontare al meglio qualsiasi avversità. Sotto questo punto di vista, il compito di Pioli (in panchina dalla stagione 2019-20 in sostituzione di Giampaolo) può ritenersi ben svolto ed ormai compiuto; il Milan è squadra nobile, capace di resistere e di soffrire, umile, rispettosa e rispettata da chiunque, che conosce i propri limiti. Uno di questi, non è l'attacco. Grazie a Zlatan Ibrahimovic? Certamente, ma non solo.

I numeri dicono che senza lo svedese, il Milan non solo deve ancora perdere, avendo vinto e convinto sempre, ma soprattutto, al contrario di quel che si potesse pensare in sua assenza, segna, anche in media maggiore: se ci limitiamo, infatti, all'analisi della stagione in corso, possiamo osservare come la squadra rossonera abbia dovuto ovviare al "problema Ibra" (causa Covid prima e causa infortunio rimediato a Napoli poi) per ben otto volte. Orfano della punta di diamante della squadra, Pioli ha mantenuto la propria identità di gioco, il suo assetto tattico, sopperendo anche all'assenza di Rafa Leao, giocatore che ben stava figurando prima del suo infortunio con la Nazionale portoghese. Ha soprattutto messo a tacere le voci riguardo una possibile caduta dei rossoneri dai vertici della classifica di Serie A, vincendo ben 7 partite e pareggiandone una soltanto (in Europa League, col Lille). Ma quello che è sotto gli occhi di tutti è il dato relativo ai gol messi a referto dai rossoneri nelle otto gare senza Ibra; 19 gol realizzati, con la media di 2,3 gol a partita.

DeFodi Images/Getty Images

Chi si sarà spartito questo bottino importante, vista la quasi totale assenza del reparto offensivo e fermo restando che Rebic stava rientrando da un brutto infortunio? Si torna sempre a Stefano Pioli, mentore e guida di questo Milan, che in silenzio e con rara umiltà, ha reso capace la sua squadra di giocare il proprio calcio senza farsi condizionare dall'assenza fisica e psicologica di un professionista come Ibra. La trequarti, il reparto che solitamente spalleggia ed appoggia lo svedese, ha avuto ancor più responsabilità, sotto questo aspetto, non tradendo però le attese, nonostante la giovane età media. Calhanoglu (4), Castillejo (3), Brahim Diaz e Leao (2), Saelemaekers e Hauge (1) si sono messi sempre più in mostra, si son caricati la squadra sulle spalle ed assieme alla colonna portante, quella centrale, del resto della squadra (Kessie con 3 gol, Romagnoli, Colombo e Theo Hernandez con una rete) han permesso a Pioli ed il suo staff di dormire serenamente la notte, dopo le partite.

E Rebic? Senza lo svedese, l'attaccante croato si è preso il suo originale ruolo di punta centrale, veloce e fisica, non portando però mai il proprio nome sul tabellino. Prestazioni al di sotto delle proprie qualità, vero, ma pur sempre preziose. 4 assist ai propri compagni da quella notte di Napoli (in cui regalò un pallone docile docile che Ibra dovette solo spingere in rete), a testimonianza di come Pioli non abbia trovato in lui il goleador in grado di risolvere il problem, ma il suo faro offensivo, il regista fisico in grado di far giocare e mettere in condizione i colleghi di reparto di segnare.

MARCO BERTORELLO/Getty Images

Ampliando la ricerca all'anno solare 2020, la particolare ed inusuale classifica dei bomber rossoneri senza lo svedese non cambia: le partite in sua assenza salgono a 13, con il cammino piuttosto invidiabile di 10 vittorie e 3 soli pareggi, con 29 gol segnati ed una media realizzativa invariata rispetto a quella emergente della singola stagione 2020-21 (2,2 gol a partita). Calhanoglu rimane il miglior marcatore (6), seguito da Castillejo (5), Leao e Kessie (3). Il Milan, evidentemente, è tutto fuorchè Ibrahimovic-dipendente, anzi; è una macchina da gol, da belle prestazioni, da studio e dominio dell'avversario, costruita non per Ibra ma in funzione di Ibra. Regista offensivo, non capocannoniere. Professionista esemplare, non insostituibile. Leader dei compagni e guida psicologica, non accentratore di potere. Pioli e Zlatan hanno cambiato il Milan per sempre: non dipenderà mai più (si spera) solo da lui.


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